di ENZO COSENTINO
Continuano a scarseggiare, anzi le scorte sono ridotte all’osso, i presidi sanitari che in questi drammatici momenti di Coronavirus servono più del pane. Oggi si vive di mascherine, guanti di lattice e tanto altro. Indispensabili nelle famiglie specie quelle in cui il virus di riffa o di raffa nonostante le decretazioni sofferte e talvolta pasticciate impongono il loro uso. E’ un bisogno igienico, sanitario di prevenzione e non solo. C’è un aspetto sociale che forse sfugge a chi certe situazioni non dovrebbe sottovalutarle.
Le strutture ospedaliere, soprattutto quelle che appartengono al circolo (spesso vizioso) del claudicante sistema sanitario pubblico che ci governa, in Calabria in materia di disponibilità di questi necessari presidi sono come si diceva prima all’osso. Anzi alla… frutta per evitare accostamenti fra specie diverse. Non si sa di chi può essere la colpa ma non è soltanto dell’improvvisa situazione che ha colpito il Paese e il virus non fa…sconti a nessuno dei territori.
Ai cittadini le istituzioni pubbliche dovrebbero dare conto del perché si caduti in questa ragnatela. Inefficienza burocratica, economie di bilanci, gare non esperite per le forniture, manfrine di vario genere?
Fa specie sentire ad esempio che operatori sanitari che hanno quotidianamente da fare con pazienti affetti di gravi patologie debbano pietire alle strutture che provvedono alle forniture nelle loro aziende, rapide soluzioni per disporre di quanto si ha bisogno. Se qualcuno dorme commissari, generali colonnelli, tutti insomma, che dovrebbero mettere a posto le cose nella sanità calabrese, si diano una mossa.
E chi opera fuori dalle strutture, cioè esercita la quotidiana azione delle assistenze domiciliari per lo più praticata a pazienti oncoematologici, perché è privata dell’uso di questi importanti presidi. Vorrebbero dire tante cose quando si domanda loro qual è la situazione in fatto di presidi. Le risposte si danno a mezza voce. Altrimenti dovrebbero spiattellare le tante incongruenze nella gestione delle ASP, degli Ospedali. C’è stato anche chi ha detto pubblicamente che le mascherine, come un tempo è accaduto,si possono fare anche in casa. Già come il pane. Che si torni ai tempi della distribuzione di quanto necessita fatta con sistema della tessera annonaria?
Tempi bui quelli, tempi bui questi. E le stelle, siano cinque, dieci, cento stanno a guardare. E i cittadini, gli operatori sanitari attendono la lieta novella: mascherine, guanti, Amuchina a quanto altro serve ora ve ne sono tante a disposizione. Grazie a chi lo merita!
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