Coronavirus. In guardie mediche visite senza protezioni. Fimmg diffida l'Asl: "Si rischia a breve la quarantena per tutti medici"

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images Coronavirus. In guardie mediche visite senza protezioni. Fimmg diffida l'Asl: "Si rischia a breve la quarantena per tutti medici"

  25 febbraio 2020 16:13

Guardie mediche "lasciate a "mani nude" a visitare pazienti sintomatici". E' la denuncia, basata su "molte segnalazioni provenienti da diverse regioni e soprattutto da quelle più a rischio in questo momento", che arriva dalla Federazione dei medici di Medicina Generale (Fimmg) Continuità Assistenziale. "Se si continua così - avverte la segretaria Tommasa Maio - sarà necessario mettere in quarantena tutti i colleghi delle aree a rischio".

La situazione di emergenza che arriva dal territorio, dunque, ha portato a inviare una lettera di diffida ai direttori di tutte le Asl italiane, chiedendo la fornitura dei dispositivi di protezione personale indicati dalle linee guida per il Coronavirus.

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"L'invio della lettera si è reso necessario alla luce delle continue segnalazioni che ci stanno arrivando", sottolinea Maio che aggiunge: "Le sedi di continuità assistenziale in molte realtà vengono completamente abbandonate a loro stesse per l'incapacità organizzativa di alcune aziende di gestire in maniera controllata gli accessi". Nella lettera di diffida Maio chiede che ai medici di continuità assistenziale vengano resi disponibili "in numero sufficiente e adeguato al carico di visite effettuato" i dispositivi di protezione e che ci sia anche la "fornitura e il ritiro dei contenitori necessari allo smaltimento degli stessi e la disinfezione degli ambienti secondo quanto indicato dalle linee guida".

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Altra importante criticità riguarda la mancanza di un accesso presso alle sedi di Guardia Medica regolato da un previo contatto telefonico. Questo infatti aumenta il rischio che utenti sani vengano inconsapevolmente in contatto con pazienti sintomatici. Maio chiede quindi "l'immediata sospensione dell'attività ambulatoriale a libero accesso alle sedi di Continuità Assistenziale che non sia preceduta da un triage telefonico" e "la divulgazione delle nuove procedure di accesso al servizio mediante apposita cartellonistica e comunicazioni attraverso i media locali".

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