"I principi fondamentali della nostra Costituzione non possono essere elusi.
Tutte le nuove tecnologie devono essere usate per combattere il Covid-19 ma svendere la libertà, più di quanto è stato già chiesto al popolo, è eccessivo. Braccialetti elettronici per i più anziani e tracciabilità tramite smartphone: lo scenario tecnocratico è da brividi. Anche in questi tempi bui, emergenziali, queste misure ci sembrano del tutto incostituzionali. La Fase due sembra così nebulosa, e una limitazione delle libertà “fin quando non passa la nottata” sembra proprio l’instaurazione di un regime. Ed il cercare di instaurare qualcosa di diverso dalla nostra Democrazia è un attentato alla Costituzione". Lo affermano il coordinatore regionale Italia in comune - Calabria Serafino Tangari, il presidente Pietro Francesco Spadafora
"Corriamo quindi il serio rischio di ritrovarci a vivere seguendo il filo (pseudo)logico degno di uno sceneggiatore di filmetti distopici di serie Z e non basterà pigiare il bottone di un telecomando per cambiare canale.
La famigerata app di cui sopra sarà possibile scaricarla solo su “base volontaria” e i dati saranno inviati e trattati nel più completo e totale anonimato, ma allora qual è il problema?
Dal punto di vista strettamente tecnico raccogliere dati, anche se criptati, non darà mai certezza dell'anonimato, ma soprattutto, chi raccoglierà e tratterà questi dati? Verranno mai cancellati? Verranno utilizzati per scopi diversi da quelli originariamente descritti e/o meno “nobili”?
Queste domande, di cui comunque pretendiamo risposta chiara, inequivocabile ed esaustiva, però impallidiscono dinanzi al concetto del governo di “base volontaria”.
Si, perchè il download dell'app è talmente su “base volontaria” che coloro i quali avessero l'ardire non utilizzarla subiranno delle limitazioni riguardanti i proprio spostamenti;
“Caro cittadino, se vuoi uscire devi scaricare la nostra app oppure non potrai muoverti” e tanti saluti alla Costituzione e all'uguaglianza.
Lo Stato, che dovrebbe tutelare e difendere gli italiani, adotta un metodo che ricorda tremendamente l'odiosa pratica del “cavallo di ritorno”.
Lo Stato ha quindi deciso di ricattarci moralmente e materialmente, e dopo la colpevolizzazione del runner o del padrone di cane o del genitore col proprio figlio, ci sarà chi verrà accusato di essere un pericoloso untore oltre che sovversivo per “mancanza di app”.
Attenzione, siamo ben consapevoli che l'avvento della rete ha quasi reso nulla la nostra privacy, siamo ben consapevoli che le nostre vite, oramai affidate ai social, sono alla mercè dello sguardo voyeuristico di milioni di altre persone, ma la nettissima differenza è che siamo noi stessi a decidere cosa rendere pubblico e cosa no, siamo noi stessi a scegliere se mettere a conoscenza di altri le nostre abitudini e non certo un'imposizione proveniente dall'alto delle stanze romane.
Di George Orwell- continuano Il coordinatore regionale Italia in comune - Calabria Serafino Tangari, il presidente Pietro Francesco Spadafora- ne è esistito solo uno, a Roma c'è solo una bruttissima copia che rischia di rovinare le nostre già disastrate esistenze.
Si è così impegnati ad incidere sulle libertà personali e sulle forme con cui attuare tali limitazioni, che ci si dimentica in maniera irresponsabile di una parte di popolazione che attualmente paga il conto più salato. Parliamo dei bambini che in tutto questo periodo sono stati liquidati con dei provvedimenti che sembrano essere pensati non per persone ma per cose. Del loro prossimo futuro quando se ne parlerà responsabilmente? Quando si parlerà con chiarezza dei luoghi fondamentali per la crescita e per la formazione dei piccoli? Come intende il Governo supportare i bambini e le famiglie, nel recuperare un periodo psicologicamente devastante?
È giunto il momento che chiunque occupi ruoli istituzionali inizi a lavorare su temi come questi e sui risvolti sociali di questa emergenza sanitaria. I cittadini la propria parte l'hanno fatta, attendiamo voi".
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