"Sono 131 gli agenti di Polizia Penitenziaria che risultano essere positivi al Coronavirus, insieme a 21 detenuti. A registrare questi numeri è la nostra struttura nazionale sulla base di stime ufficiali fornite dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ma che sarebbero approssimative per difetto: ci risultano infatti essere circa 200 i poliziotti penitenziari positivi, tra i quali già due decessi, e molti di più in isolamento fiduciario, insieme ad un numero imprecisato di detenuti". E' quanto si legge in una nota stampa della segreteria regionale della Fp Cgil Calabria.
"Dopo aver registrato la prima vittima da Coronavirus tra i detenuti, all'ospedale Sant’Orsola di Bologna, - prosegue la nota - proveniente dalla casa circondariale Dozza, come Fp Cgil nazionale e della Calabria chiediamo interventi urgenti per contenere e prevenire il contagio da Covid-19 nelle carceri. I dati sulla diffusione del virus negli istituti penitenziari, devono indurre i vertici del Dap calabrese e della Regione Calabria, ad assumere iniziative urgenti, nell'interesse della salute pubblica, degli operatori, della popolazione detenuta e anche come forma di tutela dell’ordine pubblico dopo gli accadimenti delle scorse settimane".
"Le misure da assumere devono riguardare: “L’approvvigionamento di dispositivi di sicurezza idonei; - si legge ancora - linee guida per stabilire un’adeguata organizzazione del lavoro, sottoposto non solo ad una cronica carenza di organico ma adesso ancora più sotto stress per l’elevato numero di contagio tra gli agenti; l’applicazione delle disposizioni previste nel Protocollo sicurezza firmato da sindacati e Ministero della Salute per i servizi sanitari. Per cui chiediamo a gran voce un controllo a tappeto in tutte le strutture carcerarie della Calabria".
"In mancanza degli interventi richiesti, - conclude la nota - poiché ad oggi non ci risultano controlli mirati, la situazione delle nostre carceri potrebbe esplodere alimentata dal sovraffollamento, dalla condizione dei lavoratori insieme a quella dei detenuti. Un’insieme di elementi che espone a rischi non solo di contagio dal virus ma anche di tensioni, come ne abbiamo registrate nei giorni passati nel resto del paese, e di salute psicofisica per chi vive la realtà del carcere, compresi gli educatori, gli assistenti sociali, il personale del Ministero della Giustizia. Abbiamo bisogno di segnali e ne abbiamo bisogno adesso”.
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