Coronavirus. La riflessione del dottor Palermo: “Necessitano risposte chiare e responsabili”

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Il dottor Saverio Palermo
  29 ottobre 2020 17:31

Saverio Palermo, una lunga carriera presso l’AO “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro, dove ha ricoperto il ruolo di direttore del Dipartimento dei Servizi, nella sua riflessione sull’attuale difficile momento di criticità, provocato dalla terribile pandemia del COVID 19, che sta attraversando il nostro Paese come il resto del mondo, pone alcuni interrogativi che si stanno generalizzando ovunque e per la Calabria assumono notevoli e mutevoli contorni, anche preoccupanti se vogliamo. Interrogativi quelli del dott. Palermo che poniamo all’attenzione dei nostri lettori.

di SAVERIO PALERMO                                                                   

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Scelte contrapposte scelte drammaticamente  complicate.

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Raramente ci si è trovati a dover decidere  tra opzioni  dalla ricaduta cosi pesante,  in un limbo di incertezze   causa principale del dubbio , della  incapacità  di dare obiettive motivazioni alle proprie scelte.

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Salvaguardia della  Salute  o sopravvivenza economica  del Paese  ; sembra non esserci mediazione capace di  una efficace risposta ,   valida per entrambe.

Mettere a tacere i contagi a rischio di migliaia e migliaia di posti di lavoro e  la possibile disgregazione del tessuto produttivo sociale  o  mantenere  aperta  ogni sorta  di attività con conseguente inevitabile evolversi  della pandemia.

Nel mezzo , una serie di DPCM   che hanno il sapore del ripiego,  tra  l’incalzare di proteste che ormai evolvono  in scriteriati ,  irragionevoli , strumentali  tumulti  e la ridondanza di pareri scientifici  orientati a preannunciare l ‘Apocalisse.

Quello che  sembra ormai muovere  il Governo, come d’altra parte avviene  in gran parte d’ Europa, è la paura ;  paura giustificata,  purchè non sfoci  nel panico istituzionale.

Se le restrizioni indicate  nell’ultimo DPCM  saranno in grado di dare adeguata  soluzione  alla crisi  sanitaria ed economica è difficile oggi da prevedere.

Mi viene da pensare che se le regole stabilite in passato fossero state rispettate nella loro totalità sarebbero  state  sufficienti. Nel suo  ottimismo Conte aveva puntato sul senso  di responsabilità dei cittadini, sottovalutando  che anche solo frange di negazionisti avrebbero potuto vanificare la responsabilità e la sicurezza collettiva  nel corso di un’epidemia  a cosi rapida diffusione. Così come avvenuto.

 Mancanza di adeguato controllo ?  Probabile. Così  come certo che non si è provveduto  ad adeguare le strutture ospedaliere o ad adottare i filtri che ne evitassero l’intasamento : la certezza  di  sicura risposta alla malattia  nella sua evoluzione clinica e terapeutica  avrebbe rassicurato , giustificato maggiore libertà  di azione ,  probabilmente ridimensionato  “imposizioni”  così restrittive.

Ma l’analisi  delle disfunzioni precedenti  non  deve  oggi  fomentare sterili recriminazioni  utili solo a  disorientare ed  esasperare un’opinione pubblica  già  troppo provata da una ridondanza   di messaggi  mediatici  che vanno ben oltre la necessaria e  dovuta informazione .

 Analisi giustificata solo se costruttiva , utile ad evitare la reiterazione degli errori,  a   correggere o meglio indirizzare i  provvedimenti futuri  da adottare.”

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