“Chissà se domenica prossima saremo qui tutti insieme a lodare, benedire e ringraziare il Signore con la celebrazione della Santa Messa!”. Così don Pino Latelli ha detto domenica 8 marzo al termine del rito religioso durante il quale si è cercato di mantenere le distanze tra i fedeli e si è chiesto con insistenza al Signore la fine di questo momento così drammatico sicuri che Egli ascolta il grido di aiuto dei suoi figli”. L’indomani mattina, prima di recarsi in chiesa, il parroco viene a conoscenza della decisione della Conferenza Episcopale calabra di sospendere le messe feriali e festive fino al 3 aprile.
Il sacerdote si reca quindi in chiesa, accompagnato da una pioggia incessante, con il compito primario di comunicare ai fedeli la decisione dei vescovi calabresi di sospendere le messe. Giunto in chiesa, si è messo in preghiera con la recita dell’Ufficio delle Letture e delle Lodi. Si fanno le ore 8 ma dei fedeli neppure l’ombra: il maltempo, che ancora imperversava su Lamezia, aveva impedito loro di poter raggiungere la chiesa.
“Ho chiuso la porta del luogo sacro, ho indossato i paramenti sacri e ho iniziato da solo, con il cuore gonfio di un forte senso di smarrimento, - riferisce il sacerdote - la celebrazione della messa per una comunità in preda alla paura e all’incertezza. Non è stato facile, specie all’inizio, celebrare nella solitudine di una chiesa deserta, non ero abituato, non ero pronto per questa emergenza. Sono passati ormai parecchi giorni da quando tutto questo è iniziato, mi sono rasserenato prendendo sempre di più coscienza che nel dono dell’Eucarestia il Signore si avvicina al suo popolo e si fa presente sull’altare per essere offerto al Padre per la salvezza del mondo. Convinto della forza della fede che ci sostiene nei momenti di incertezza e di prova, ho affidato a Lui, in questa situazione difficile e dolorosa, tutte le preoccupazioni che portiamo nel cuore gridando al Signore le nostre sofferenze nella convinzione che Dio è vicino, è con noi, non ci abbandona, soffre con noi e non siamo mai soli soprattutto in questo momento di grave emergenza perché Lui è vivo ed operante in mezzo a noi”.
Ida Ruberto, una fedele della Parrocchia del Carmine di Lamezia Terme, ha riferito a don Pino: “Mi manca molto la Santa Messa, l’ascolto della Parola di Dio, l’appuntamento quotidiano con l’Eucarestia e i fratelli”. A questa riflessione piena di nostalgia e di amarezza il sacerdote ha risposto che “nel mondo ci sono comunità cristiane che, purtroppo, non possono godere della Messa ogni domenica; anch’esse tuttavia, in questo santo giorno, sono chiamate a raccogliersi in preghiera nel nome del Signore, ascoltando la Parola di Dio e tenendo vivo il desiderio dell’Eucaristia. Bisogna perciò – ha continuato don Pino - riorganizzare la propria vita spirituale e la vita della chiesa alle nuove emergenze senza lasciarsi imprigionare dalla paura. La parrocchia ha già invitato i fedeli a essere uniti nella preghiera ogni giorno alle ore 17 con la recita del santo rosario in uno spazio della casa trasformato in un “angolo di preghiera dedicato solo all’incontro con Dio” e dove la famiglia sta trovando alcuni momenti per ringraziare e affidarsi al Signore, per ascoltare la Sua Parola e per pregare.
Altresì ha invitato la Comunità a manifestare solidarietà e attenzione soprattutto verso i più deboli e i più fragili: nessuno si deve sentire solo. L’impegno della carità verso di loro sta diventando nella parrocchia ed in Italia concreta testimonianza di amore, di fede, di misericordia, di comunione e di fratellanza. Si può cogliere l’opportunità di seguire ogni mattina in televisione la Messa presieduta da Papa Francesco, che sta accompagnando gli uomini che soffrono in questo momento storico così difficile con la preghiera e la vicinanza, dalla Chiesa di Santa Marta partecipando al rito come se ci si trova in chiesa con il dovuto raccoglimento, ascoltando la Parola di Dio e al momento della distribuzione del Pane del cielo fare la Comunione spirituale.
Un altro aiuto ci viene offerto dal nostro vescovo Giuseppe Schillaci che ogni domenica sta entrando nelle nostre case attraverso la televisione in diretta sui canali St Television (628) e Esse Tv (112) presiedendo la santa messa alle ore 9 al Santuario di S. Antonio da Padova. Da meditare la lettera quaresimale del Pastore lametino, una lettera che nasce dal profondo del cuore di un vescovo che ha il forte desiderio di stare vicino alla sua gente che ha bisogno di aiuto in questo momento di sofferenza. La premurosa e sollecita lettera del Presule vuole dare a tutti e a ciascuno conforto e speranza con la forza di un abbraccio virtuale e la tenerezza di una carezza.
Altrettanto significativa è la proposta della “Chiesa italiana” di vivere un momento di preghiera per il Paese, invitando le famiglie, ogni singolo cristiano, le comunità religiose a recitare a casa il santo rosario alle ore 21 nella solennità di San Giuseppe ed esponendo alle finestre un drappo o una candela accesa. Un utile sussidio è stato realizzato dalla Conferenza Episcopale Italiana per aiutare il popolo di Dio a pregare in questo tempo di prova. L’augurio – conclude don Pino - è che, percorrendo questa strada con la forza della fede nel pieno dell’emergenza corona virus, tutti insieme, intraprendiamo con coraggio e con fiducia un cammino di crescita spirituale, di fraternità e di speranza”.
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