Coronavirus. L’avvocato Talerico incalza: "In questo momento in Calabria nessuno ci può salvare"

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images Coronavirus. L’avvocato Talerico incalza: "In questo momento in Calabria nessuno ci può salvare"
L'avvocato Antonello Talerico
  12 marzo 2020 14:42

 

A distanza di pochi giorni (LEGGI QUI), l’avvocato dei primi due positivi al Covid-19 a Catanzaro, Antonello Talerico, torna sul tema dell’emergenza sanitaria e organizzativa degli ospedali e del sistema sanitario calabrese. 

Banner

 

Banner

Con toni piuttosto duri, il presidente dell'Ordine degli avvocati di Catanzaro sostiene che:

Banner

“Qualche giorno fa ho dichiarato pubblicamente che il primo caso di coronavirus in Calabria era stato gestito con superficialità dal sistema sanitario regionale (dal medico di famiglia, dalla clinica privata che aveva eseguito un esame radiodiagnostico, al Pronto Soccorso, ed infine dalla Soc di Malattie Infettive dell’A.O. Pugliese-Ciaccio), FACENDOCI TROVARE IMPREPARATI nonostante fossimo già in piena emergenza sanitaria.

Non era e non voleva essere un attacco ad alcuno in particolare, quello che veniva denunciato era la gestione del caso clinico e dell’errato approccio diagnostico rispetto ad un caso sospetto (come potranno confermare alcuni operatori che lavorano in quel reparto), poi risultato positivo !

Alcuni operatori del reparto avevano notato che ilpaziente presentava una sintomatologia compatibile con il covid-19 e, che avrebbe consigliato, nel dubbio, delle precauzioni da parte degli stessi sanitari. 

Orbene, il risultato di quell’approccio superficiale, ha fatto si che quasi tutto il personale della Soc di Malattie infettive è stato costretto ad andare in quarantena(ancora in corso), proprio in un momento cosi delicato e proprio quando questa Città e questa Regione aveva bisogno di operatori di esperienza pronti a gestire patologie infettive anche gravi !

La sostituzione del personale (di Malattie Infettive) costretto alla quarantena è avvenuta mediante l’individuazione di altri operatori sanitari, appartenenti ad altre unità ed inseriti repentinamente nella Soc di Malattie infettive (senza apposita e specifica formazione)

Essi rappresentano coloro che dovranno sopportare ed affrontare, da SOLI, questa emergenza epidemiologica in atto ed operare in una situazione di alto pericolo anche per loro stessi, nonostante – immaginiamo - le loro indubbie capacità professionali sia pur non specifiche rispetto alla Soc di Malattie Infettive e, probabilmente sottoponendosi ad un orario di lavoro oltre quello dei turni o magari senza poter rispettare i turni. 

Questi sono gli operatori sanitari, costretti – inCalabria - a diventare eroi, per assistere gli altri e per difendere sé stessi dall’alto rischio contagio. 

 

NOI calabresi non possiamo permetterci di combattere il coronavirus in queste condizioni, ed improvvisando soluzioni con tentativi maldestri, poiché in Calabria rischiamo concretamente una esposizione superiore a quella in atto in Lombardia, con la differenza che il Nostro sistema sanitario fa acqua da tutte le parti e non sarebbe in grado di garantire assistenza a tutti i soggetti contagiati !

Ma probabilmente si pensava di fronteggiare il coronavirus dapprima con affermazioni del tipo “ma da noi non arriverà” e di poi  assumendo “la maggior parte saranno asintomatici”.

In Calabria si punta sempre sulla speranza, ma sappiamo tutti bene che chi di speranza vive…

Difatti, i posti-letto allo stato destinati all’emergenza epidemiologica sono esigui (ma si dice che ci si stia attrezzando…), non ci risulta alcun piano di emergenza serio. 

 

Le tende pre-triage sono state allestite in ritardo (prive di sistemi di riscaldamento e di altri dispositivi necessari)Non sono state predisposteulteriori camere a pressione negativa (al momento i posti disponibili a Catanzaro dovrebbero essere circa 6)per “isolare” i soggetti affetti dal nuovo virus. 

Nessun nuovo allestimento (forse vi si sta provvedendo soltanto oradi posti-letto per la terapia intensiva (i 107 posti letto disponibili in tutta la Calabria risultanoinsufficienti, in quanto bisogna pur considerare i numeri dei malati per altre gravi patologie). Nessun coordinamento concreto tra le diverse strutture del sistema sanitario regionale (in questa situazione emergenziale dovevano essere coinvoltitempestivamente ed in maniera determinante anche i sanitari e la struttura del Policlinico di Germaneto, chepotrebbe rappresentare la soluzione migliore per gestire i numerosi casi che di qui a qualche giorno potremmo avere in Calabria).

 

Speriamo, poi, che per fronteggiare l’emergenza l’A.O. Pugliese-Ciaccio (in previsione dei nuovi ricoveri o per gli accertamenti preventivi da coronavirus) possa attivare in tempo utile tutta la recovery-room post chirurgica e l’OBI di pronto soccorso, anche se occorrerebbero i ventilatori meccanici utili a trattare la sintomatologia più grave del covid-19

Oramai, la paura non è limitata all’eventualità di ammalarsi, ma si estende alla consapevolezza di non potersi curare, perché i pazienti da gestire (anche quelli critici) potrebbero essere tanti, troppi…..per la Nostra Regione, quasi da indurre ciascuno a sperare di ammalarsi prima quando ancora sarà possibile curarsi… prima che il peggio possa arrivare.

Ecco perché posso affermare che i Nostri operatori sanitari lavorano in una trincea, senza orario e senza tutti i dispositivi necessari per proteggersi e, per proteggerci, rischiando financo di incorrere in responsabilità per fatti a loro non direttamente addebitabili

DIFATTI, SOLTANTO IN DATA ODIERNAL’AZIENDA OSPEDALIERA PUGLIESE-CIACCIO HA INTESO COMUNICARE AI SANITARI LE PROCEDURE DI VESTIZIONE E SVESTIZIONE DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI) DI SECONDO LIVELLO, SENZA PERO’ FORNIRE, A TUTT0GGI, TUTTI I DETTI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE A COLORO CHE SONO I DESTINATARI DI TALI PRESCRIZIONI !

 

Anzi sembrerebbe (me lo hanno riferito almeno una ventina di operatori sanitari) che personale incaricato ( ? ) abbia financo, IN QUESTI GIORNI, ammonito altri operatori proprio perchè avevano deciso di indossare autonomamente mascherine protettive all’interno della struttura ospedaliera (“non si deve fare allarmismo:era questa l’unica preoccupazione !)

QUINDI, NONOSTANTE L’EMERGENZA EPIDEMIOLOGICA SIA GIA’ ESPLOSA ANCHE DA NOI DA CIRCA DIECI GIORNI, GLI OPERATORI SANITARI DELLA STRUTTURA OSPEDALIERA DEL CAPOLUOGO (CENTRO DI RIFERIMENTO) SONO ANCORA ESPOSTI E PRIVI DADEGUATI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE.

ECCO PERCHE’ HO PARLATO DI APPROCCIO SUPERFICIALE ED IMPROVVISATO, CHE NON POTEVAMO PERMETTERCI, PROPRIO NOI CHE SIAMO I MENO ATTREZZATI !

Questo è quello che succede in Calabria, dovtutto èdifficile ed incomprensibile !

Del resto, lo stesso Presidente della Società Italiana di Virologia, Dott. Arnaldo Caruso (di origini calabresi) ha affermato, magnanimamente, che “In Calabria può essere fronteggiata solo una piccola emergenza”.

L’esperienza di questi giorni mi dice che in Calabria NON SI RIESCE AD AFFRONTARE NESSUNA EMERGENZA, neanche se fosse piccola, poiché a noi mancano i livelli standard minimi anche per le prestazioni routinarie. 

Purtroppo, la Sanità calabrese (e non è colpa dei medicimette in pericolo l'incolumità stessa degli operatori sanitari e priva di tutela il diritto alla salute dei cittadini calabresi, ancora più colpevolmente in questa situazione emergenziale

Qui la differenza Nord e Sud, non c’entra niente. 

La Calabria è una Regione a parte, anzi uno Stato a parte !

Da noi il peggio potrebbe arrivare tra circa un paio di settimane, questo dicono gli esperti. 

Per i calabresi, purtroppo, non è sufficiente fare affidamento supochi sanitarigià abituati (anzi costretti) ad assumersi spesso competenze e responsabilità non proprie, per di più senza ricevere alcun riconoscimento.

 

Questi operatori sanitari sono le stesse persone che avrebbero potuto denunciare le condizioni in cui sono costretti a lavorare, ma non lo hanno fatto forse per il rischio di perdere il posto di lavoro o di attirare le antipatie di chi ha determinato questa situazione

Ad ogni modo, mentre il numero dei soggetti positivial test del coronavirus in Calabria è già arrivato a quota 32, ed i casi sospetti aumentano sempre di piùNoi ancora pensiamo come e se allestire altri posti letto, anziché formare nuovo personale e adottare provvedimenti urgenti e tempestivi per intervenire su una situazione complessiva già complicata e che avrebbe richiesto un piano di emergenza sanitaria ben strutturato almeno QUINDICI GIORNI PRIMA per tentare di arginare l’ondata del contagio ! 

Vi è di più.

 

Il personale Asp e/o ospedaliero è insufficiente. I medici di famiglia non sono nè attrezzati, nè messi in condizione di gestire questa emergenza. I dispositivi sanitari ed i tamponi già scarseggiano, mentre ancora il “picco” deve ancora arrivare

Abbiamo necessità di far scendere in campo i medici di famiglia e quelli di altre unità operative, svuotare interi reparti e dedicarli solo alle degenze da covid-19 (come hanno fatto al Niguarda o in altre strutture sanitarieserie), sanificare i locali e predisporre servizi a domicilio (anche per beni di prima necessità).

Purtroppo, dobbiamo ancora – nonostante il tempo trascorso – spiegare a molte persone che devono mettersi in quarantena (come quelli che sono stati in settimana bianca o che hanno continuato a viaggiare o che, pur avendo avuto contatti con soggetti sospetti o,peggio ancora, con persone risultate positive, hanno omesso di seguire i protocolli di sicurezza).

 

Vorrei sapere, poi, se rispetto ai casi risultati positivi alcovid-19, vi sia stato un approfondimento da parte delle Autorità competenti circa le generalità di tutti coloro con cui i primi sarebbero entrati in contatto. 

Ogni soggetto entrato in contatto con un contagiato avrebbe dovuto essere messo in quarantena (qualcuno per fortuna lo ha fatto volontariamente, agli altri nessuno ha pensato). 

Mettiamoci in testa che in questo momento in Calabria NESSUNO CI PUO’ SALVARE

DIPENDE SOLO DA NOI CITTADINI

Abbandonati come non mai da quella stessa politica che vive nel surreale mondo degli spot elettorali, anzichè chiedere al Governo misure urgenti e straordinarie per la Calabria , come quelle di individuare medici e strumenti sanitari idonei

Noi siamo davvero l’ultima Regione d’Italia (e forse oramai d’Europa) !

Perchè cari concittadini, nella nostra Regione non abbiamo le condizioni medie per gestire numeri importanti di malati da covid-19, cui vanno aggiunti poi i casi sospetti , quelli da ospedalizzare e quelli da assistere a domicilio. 

Non e’ allarmismo, e’ realismo e chi nega questo è un disonesto !

 

ED ALLORA, CERCHIAMO DI RISPETTARE I PROTOCOLLI SANITARI E LE PRESCRIZIONI RESTRITTIVE, EVITIAMO CONTATTI ALL’ESTERNO E CON TERZI, POICHE’ CHIUNQUE DI NOI POTREBBE ESSERE INFETTO, ANCHE SE ASINTOMATICO. SOLO COSI E NONOSTANTE TUTTI I NOSTRI LIMITI E PAURE, CE LA FAREMO ! 

VOGLIO CONCLUDERE MANDANDO UN MESSAGGIO DI INCORAGGIAMENTO E DI FIDUCIA A QUEI MEDICI ED INFERMIERI CHE TUTTI I GIORNI VANNO IN CORSIA, POICHE’ IN CALABRIA OGNI CITTADINO CALABRESE DEVE SAPERE CHE E’ SOLO GRAZIE A QUESTE PERSONE SE ANCORA OGGI ABBIAMO LASPERANZA DI POTER COMBATTERE UNA PANDEMIA. 

 

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner