Quattro agenti della polizia municipale di Reggio Calabria, una donna e tre uomini, sono stati aggrediti da un automobilista che, fermato per un controllo sulle limitazioni imposte dai decreti anti Covid, e risultato provenire da un altro comune e senza avere validi motivi per circolare.
Lo denuncia il sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà.
"E' pura follia. Se in questa città - afferma il sindaco - qualcuno ancora crede di essere intoccabile, se lo deve togliere dalla testa. Non siete intoccabili né per la legge, né per il virus! Il mio pensiero va ai nostri vigili urbani ed al comandante Salvatore Zucco, ai quali esprimo un'incondizionata solidarietà nella speranza che possano, quanto prima, rimettersi in sesto. La città ha davvero bisogno di loro. E la Reggio bella, gentile e civile è pronta a riabbracciarli forte".
"Nel corso di un consueto posto di blocco, uno di quelli che in questi giorni viene organizzato per garantire la sicurezza della nostra salute - spiega Falcomatà - un uomo ha deciso di regolare con calci e pugni, sotto gli occhi della propria figlia seduta in auto, il conto della multa comminatagli per aver guidato quando non doveva e per averlo fatto persino con la patente scaduta. Purtroppo, è un triste copione che si ripete. Sono tanti, infatti, i poliziotti della municipale che, ogni anno, devono ricorrere alle cure dei sanitari perché qualcuno, contravvenendo ad ogni logica ed al vivere civile ancor prima che al codice della strada o al codice penale, decide di risolvere a modo proprio ciò che ritiene essere un torto subito. Ma che modo di pensare e agire è mai questo? Chi indossa una divisa - commenta - vive la strada per garantire la sicurezza di ognuno di noi. Merita comprensione, supporto e rispetto perché assolve al proprio dovere sapendo di rischiare. Ogni minuto, ogni ora, ogni giorno. Sempre. Secondo il referto medico i vigili aggrediti guariranno in due settimane, ma in cuor loro già sanno che ne arriveranno altre ricche di incognite ed insidie".
£Ed i cittadini devono stare al loro fianco - aggiunge - perché sono pubblici ufficiali, ma soprattutto perché sono madri, padri, figlie e figli che, a loro volta, hanno un caro che li attende a casa alla fine d'ogni turno di lavoro. Esattamente come la figlia di quell'automobilista che ieri ha visto il padre picchiare brutalmente i poliziotti. Penso anche a lei: cosa mai le resterà di tutta questa storia ignobile?".
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