"Nel primo fine settimana di aprile dell'anno scorso, 15 persone morirono in incidenti d'auto, la maggior parte di loro erano ragazzi. Quest'anno i morti sono stati due, in entrambi i casi il conducente ha perso il controllo del veicolo, e avevano più di trent'anni. Non ci sono stati incidenti in moto. Le discoteche sono chiuse, come i bar, le pizzerie, gli Autogrill, i palazzetti dei concerti e ogni luogo dove ci incontravamo. Anche noi siamo chiusi. In casa. Le strade sono quasi vuote. Il traffico in autostrada nelle ultime tre settimane è calato del 75 per cento".
A scriverlo Mario Calabresi sulla neswletter "Altre storie". "Quella normalità che non ci manca. La quarantena ha fatto sparire il traffico dalle strade italiane - si sottolinea - Così, in queste settimane gli incidenti sono diminuiti. E con loro, i morti e i feriti. Eppure, per evitare la strage silenziosa che si consuma sull'asfalto, basta la prudenza. Ricordiamocelo anche dopo".
"Mentre ogni giorno aspettiamo le 18 per ascoltare il bollettino dei morti per coronavirus e incrociamo le dita sperando di sentire quella cifra calare, un altro bollettino si è quasi azzerato, quello dei morti sulla strada - scrive Calabresi -. Tra il 10 marzo e il 7 aprile, nel periodo della quarantena, sulle principali arterie italiane ci sono stati 120 morti e 3.136 feriti in meno rispetto a un anno fa. Nessuno lo sa perché nessuno fa più caso da troppo tempo a questa strage silenziosa che si ripete anno dopo anno, ogni giorno, ogni notte, soprattutto il venerdì e il sabato. In Italia, nel tempo che definiamo "normale", c'è un incidente ogni tre minuti e un morto ogni tre ore. Ma non ce ne rendiamo conto".
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