di CLAUDIA FISCILETTI
Il coronavirus non fa sconti e oggi ha portato via Luis Sepúlveda, ricoverato nell'ospedale di Oviedo (Spagna) sin dal 27 febbraio.
Muore a 70 anni lo scrittore cileno, che ha iniziato la sua carriera nel 1989 con il romanzo "Il vecchio che leggeva romanzi d'amore", ma è conosciuto in particolare dal pubblico italiano per il suo romanzo pubblicato nel 1996, "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare". Autore di decine di romanzi e libri di viaggio, Sepúlveda era anche regista e sceneggiatore.
Animato da un grande attivismo politico, entrato a far parte del Partito Socialista e della guardia personale del presidente cileno Salvador Allende, il Grupo de Amigos Personales (GAP), in seguito del Colpo di Stato in Cile di Augusto Pinochet, nel 1973, Sepúlveda fu arrestato e torturato per circa sette mesi, fu scarcerato poi grazie alle insistenti pressioni di Amnesty International. Dal 1977 lascia il Cile ed inizia a viaggiare in giro per il mondo, tra Brasile, Paraguay ed Ecuador, dove si unì ad una spedizione dell'UNESCO per studiare gli indios. Nel 1982 diviene un membro dell'equipaggio di una nave dell'organizzazione ecologista Greenpeace e dal 1987 in poi agì come coordinatore tra i vari settori dell'organizzazione.
Vogliamo rendergli omaggio con un passo del libro che ha commosso grandi e bambini e che ha narrato la storia di una gabbianella e di un gatto: "Nella tua vita avrai molti motivi per essere felice, uno di questi si chiama acqua, un altro si chiama vento, un altro ancora si chiama sole e arriva sempre come una ricompensa dopo la pioggia",
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