"L'emergenza coronavirus stringe in una morsa tra problematiche legate alla sanità e crisi economica che si preannuncia devastante. Alle porte una stagione estiva 2020 più che complicata e con dei numeri in termini di produzione economica fortemente ridotti rispetto agli ultimi anni. Negli ultimi giorni il dibattito riguardo gli stabilimenti balneari ha coinvolto tutte le regioni d'Italia che si affacciano sul mare e la Calabria con i suoi quasi 800 chilometri di costa non può stare a guardare".
Lo afferma l'imprenditore Giuseppe Nucera ideatore della piattaforma "La Calabria che vogliamo". "Anche se l'emergenza coronavirus purtroppo ancora non rende chiare tempistiche e modalità di quello che sarà il ritorno alla normalità - sostiene Nucera - bisogna iniziare a lavorare per farsi trovare pronti in vista dell'estate. Montaggio e manutenzione di uno stabilimento balneare richiedono un investimento in termini di tempo, risorse economiche e umane. Non si potrà aspettare l'ultimo secondo per dare il via libera ai lavori, altrimenti la stagione estiva sarà compromessa in partenza. In alcune regioni d'Italia, Liguria, Emilia Romagna, Veneto e Abruzzo, i lavori di manutenzione sono già iniziati. Sono certo che anche in Calabria, attraverso un'apposita ordinanza della Regione, si possa iniziare presto a lavorare in vista della prossima estate".
"A tal proposito - aggiunge Nucera - ho avuto un colloquio telefonico con l'assessore regionale ai Lavori pubblici con delega al Demanio marittimo Domenica Catalfamo. A lei ho rappresentato l'urgenza e la drammaticità della situazione, che necessita di interventi immediati. Bisogna dare ai balneari la possibilità di ritornare nei propri stabilimenti per realizzare quei lavori in grado di rendere operative le strutture. In Calabria sono circa 2500 gli stabilimenti balneari, più di 20 mila le unità lavorative. Se per l'estate 2020 saranno confermate le prescrizioni della distanza di sicurezza tra persone, per garantire il mantenimento della forza lavoro del 2019 serve una derogache conceda agli stabilimenti balneari maggiori spazi e aree di concessione demaniale. Si tratta di un atto di coraggio possibile da realizzare, considerato che grazie alla vastità delle nostre coste rimane ugualmente spazio notevole per le spiagge libere".
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