Coronavirus. Paolo Camporota "racconta" suo fratello Luigi, il medico che cura Boris Johnson: "Sono molto orgoglioso. Le sue sono state sempre le nostre scelte"

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images Coronavirus. Paolo Camporota "racconta" suo fratello Luigi, il medico che cura Boris Johnson: "Sono molto orgoglioso. Le sue sono state sempre le nostre scelte"
Luigi Camporota
  10 aprile 2020 20:08

di TERESA ALOI

“Ci sentiamo spesso e quando non è possibile ci raggiungiamo con un messaggio”. Parlano di tutto: di un libro appena pubblicato o letto, di un film visto la sera prima. Di musica. Di un progetto da condividere, ma quasi mai di lavoro.

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Paolo Camporota, il fratello di Luigi, il medico pneumologo catanzarese di 50 anni, in forza al del St Thomas’ Hospital di Londra,  che ha in cura Boris Johnson  (oggi il premier inglese è fuori dalla terapia intensiva, la notizia arriva direttamente da Downing Street), è cordiale. Risponde al telefono e lo fa con grande gentilezza.

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Ma anche con  timidezza. Perché la sua famiglia è fatta così. Non ama la ribalta anche se, ammette, lui, più piccolo di due anni di Luigi, e la sua mamma, la stanno vivendo con piacere e grande orgoglio. Del resto non potrebbe essere altrimenti.

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Un rapporto come tanti, quello di Paolo e Luigi. Due fratelli cresciuti insieme e uniti in tutto. Il dolore per la perdita prematura del papà, i viaggi di Luigi "prima per qualche mese, poi un altro e un altro ancora, fino ad arrivare al trasferimento a Londra". Lì, dove Luigi ha scelto la sua strada professionale dopo gli studi alla Facoltà di Medicina dell’università di Catanzaro.  

Lo avrebbe riabbracciato tra qualche giorno,  “con Luigi ci eravamo organizzati per Pasqua o per le vacanze estive, ma ovviamente ora tutto cambia”. Il suo pensiero più grande è per la salute di Luigi,  ma anche di tutti i colleghi, “è un medico in prima linea e non riusciamo ad assaporare totalmente la gioia,  perché questa è una situazione di emergenza"

 “Siamo sempre stati una spalla l'uno per l’altro", racconta Paolo, sociologo, che oggi si occupa di gestione e sviluppo di risorse umane.

Sui libri hanno trascorso la maggior parte del loro tempo. Ma con piacere, non per dovere. Perché non basta studiare. Se non lo fai con convinzione, con passione per il sapere, resta ben poco.  Ci vuole quella curiosità che ti spinge sempre ad andare oltre.  “Luigi è così - racconta Paolo -  in tutto quello che fa ci mette passione, ama il sapere, ama andare al cuore delle cose”. E non per essere il primo della classe “non gli è mai piaciuto primeggiare, ma per migliorare, per dare di più agli altri, anche, a volte, togliendo a se stesso”.

“Le scelte  di Luigi sono state sempre le nostre scelte”. E le sue gioie, i suoi traguardi,  quelli di un’intera famiglia.

Quei traguardi, che oggi sono l'orgoglio di una città intera, la sua Catanzaro. Ma soprattutto di un Paese intero. 

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