"Preoccupa la propagazione del Coronavirus e adesso che sta coinvolgendo la Calabria si assiste ad un risveglio della coscienza civile calabrese che lancia un grido di aiuto con la consapevolezza che la regione più povera d’Europa non è assolutamente pronta e non ha i mezzi per affrontare una improvvisa emergenza di tali proporzioni. Ma nel contesto odierno, anche se il momento non è assolutamente opportuno per fare polemiche, noi “petrusiniani” siamo costretti a rivangare e continuare ad esprimere il nostro disappunto (che è stato costante nel tempo), in merito a quanto successo il 31 dicembre 2005 quando l’Ospedale Militare di Catanzaro, unico in Calabria dal 1863, chiuse i battenti".
Lo scrive Amedeo Chiarella, componente dell'Associazione culturale “Petrusinu ogni minestra”
"Ricordiamo a chi ha la memoria corta che la soppressione è stata voluta dall’allora ministro della Difesa Antonio Martino, per ampliare quello di Messina, sua città natale. Tale perla è stata messa in atto nonostante in Sicilia, in quel periodo, ci fossero, oltre Messina, altri due Ospedali Militari: Palermo ed Augusta. Risultato: tre presidi ospedalieri presenti in Sicilia, nessuno in Calabria! Una decisione….abbastanza equa(sic!). Rispolveriamo questa vicenda di malapolitica e di scippo ai danni di Catanzaro proprio perché in questo periodo emergenziale che stiamo vivendo, la suddetta vicenda ritorna alla ribalta dal momento che servono strutture sanitarie per affrontare la crisi coronavirus".
"Siamo portati a pensare che se l’ampia struttura che ha ospitato l’Ospedale Militare non fosse stata soppressa, oggi si sarebbe potuta utilizzare e convertire con diverse postazioni di terapia intensiva da destinare ai calabresi contagiati dal virus. Sarebbe stata certamente utile e avrebbe mitigato la crisi che, con enormi difficoltà, la Calabria deve affrontare. Spiace ricordare che nella nostra regione nessuno (nemmeno l’onorevole Jole Santelli, che anche nel periodo del ministro Martino rivestiva un ruolo di primo piano nel panorama della politica calabrese) si è opposto alla soppressione di che trattasi… ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. L’essenziale era continuare a togliere qualcosa a Catanzaro, il resto non importava!"
"Nel corso degli anni, infatti, si è proseguito ad effettuare spoliazioni, sottrazioni e ridimensionamenti della città capoluogo di regione della Calabria. Al riguardo, si continua imperterriti a perseverare in simili deprecabili atteggiamenti verso una comunità composta e civile. Si pensi alla recente presa di posizione del ministro Franceschini che nello scegliere la sistemazione logistica della Soprintendenza dei Beni Archeologici, Belle Arti e Paesaggio per le province di Catanzaro e Crotone ha continuato a penalizzare Catanzaro privilegiando una sede diversa dal capoluogo di regione; su questo argomento ritorneremo, sempre più battaglieri e presenti nelle sedi competenti, non appena i tempi lo consentiranno e non ammetteranno distrazioni di sorta. In via conclusiva, ritornando nel seminato, non ci resta che fare una considerazione: a lungo andare i nodi arrivano sempre al pettine".
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