“Ho condiviso anch’io la richiesta di rinvio della seduta d’insediamento del Consiglio regionale (prevista per lunedì 9 marzo) proposta domenica dalla Presidente della Regione. In queste ore e in questi giorni, ciò che conta (e che preoccupa tutti indistintamente!), è senz’altro contenere la diffusione dell’agente patogeno e, al contempo, potenziare le strutture sanitarie, consapevoli di quanti e quali problemi rendono fragile il Sistema sanitario regionale".
Lo scrive il consigliere regionale Francesco Pitaro di "Io resto in Calabria".
"Nell’emergenza non dubito che ognuno farò la propria parte responsabilmente. Al rinvio dell’insediamento dell’Assemblea legislativa regionale, però, occorre porre un termine, pur assicurando che la seduta sarà svolta adottando le precauzioni indispensabili (porte chiuse, distanza l’uno dall’altro, ecc…), perché la Calabria non può sopportare oltre un vuoto di potere che va avanti ormai da troppo tempo.
Da quando abbiamo votato (il 26 gennaio) e dal momento della proclamazione - per l’evidente difficoltà di chi ha vinto le elezioni di formare la Giunta regionale e indicare il Presidente del Consiglio pur essendo trascorsi 40 giorni - restano paralizzate l’attività legislativa dell’Aula e delle Commissioni, né è stata possibile l’elezione dello stesso Ufficio di Presidenza del Consiglio" ha aggiunto il consigliere Pitaro.
"In un momento storico delicatissimo, in cui la Calabria si trova a dover affrontare l’emergenza coronavirus insieme a una sfilza di altre questioni (c’è da approvare il bilancio della Regione, per esempio, senza cui si acuiscono le difficoltà della società calabrese), si intuisce che è necessario consentire all’Istituzione - Regione, che oggi vede operativa soltanto la Presidente della Regione con una mini - Giunta di due assessori che forse non hanno neppure iniziato a farsi un’idea della complessità dei settori loro affidati, di attivare ogni strumento a sua disposizione. La Calabria - ha concluso Pitaro - non può più permettersi altri rinvii, perché ha bisogno di un Consiglio regionale formalmente e sostanzialmente insediato che svolga, con puntualità e tempestività, tutte le proprie prerogative e affronti, insieme alla Giunta regionale (che va rapidamente completata e messa nelle condizioni di agire) e agli altri soggetti, pubblici e privati, preposti allo scopo, con energia e determinazione tutte le criticità e situazioni emergenziali nuove e vecchie”.
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