Una notte infinita tra Chiaravalle Centrale, Catanzaro, Soverato e, infine, il Policlinico di Germaneto.
Si sviluppa così la storia di una donna di 90 anni di Chiaravalle Centrale, in provincia di Catanzaro, costretta in poche ore a girare quattro diversi ospedali in un clima di incertezza e apprensione dei suoi familiari.
Tutto inizia lunedì scorso, quando alle 20 suo figlio chiama il 118 a causa di una febbre preoccupante. Dopo la vestizione per mettersi in sicurezza dal contagio da Covid-19, i sanitari arrivano a Chiaravalle, città protagonista del focolaio nato nella casa di cura Domus Aurea (LEGGI QUI). Si parte per l’ospedale Pugliese di Catanzaro.
Arrivati al Pronto Soccorso, il caso della signora non viene subito trattato in quanto se ne presenta uno più urgente. Dopo, è il suo turno. Ma arriva la comunicazione: la paziente di Chiaravalle, ma nata a Satriano, deve andare a Soverato. Si va per la città jonica e si arriva alle 23.40. Viene eseguito il tampone, il secondo dopo quello di 5 giorni prima e che era negativo (o meglio, non era stato comunicato l’esito dopo 24/48 ore e quindi si presumeva l’assenza del virus).
Si procede con la Tac, che fa emergere un versamento pleurico. Il tour continua: dopo aver chiesto direttamente al figlio l’esito del primo tampone in quanto non era stato inviato per iscritto o telefonicamente, alle 10 di mattina di martedì viene fatto sapere dal Pronto soccorso di Soverato che la paziente doveva essere trasferita al Policlinico di Catanzaro.
Passano un paio di ore ma l’ambulanza addetta al trasferimento non è ancora arrivata. Così il figlio della signora cerca informazioni e scopre che non c’era nessuna ambulanza prevista per lo spostamento nella struttura di Germaneto. Dopo pochi minuti, arriva la chiamata: il mezzo è stato trovato. Nel frattempo, il tempo è passato e l’orologio segna le 17. Un tempo lunghissimo, in cui la novantenne si è tolta la flebo da sola, è scesa dal letto e si è seduta su una sedia.
A fine della vicenda, la signora è stata ricoverata al Policlinico con la seguente diagnosi evidenziata dalla Tac: versamento pleurico e versamento pericardico. Inoltre, anche il secondo tampone ha dato esito negativo.
Dopo quasi 24 ore, è il figlio a porre una serie di interrogativi: “Come mai il personale degli ospedali di Soverato e Catanzaro non si mettono d'accordo su dove portare la paziente? Come mai tutto questo ritardo con una sola ambulanza per fare questo trasferimento? Come mai non mandano l'esito del tampone, anche se negativo?”.
Interrogativi tutti aperti.
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