Sono quindici le pronunce di Tar e Consiglio di Stato legate all'emergenza Coronavirus.
La maggior parte dei provvedimenti impugnati ha riguardato la "messa in quarantena" di soggetti in conseguenza della violazione dei divieti contenuti in ordinanze regionali (Campania e Calabria) e in applicazione di misure cautelative previste sempre a livello regionale.
Due di Palazzo Spada, mentre le altre 13 sono decreti monocratici cautelari dei tribunali amministrativi regionali. Si va dall'impugnazione diretta dell'ordinanza regionale della Campania al caso che ha riguardato il provvedimento di una azienda sanitaria siciliana che aveva inibito l'attività di laboratorio per l'esecuzione di test diagnostici per coronavirus in assenza di sintomi. Il Tar del Molise si è invece pronunciato su un'azienda sanitaria che aveva disposto il ricovero presso una struttura privata accreditata residenziale di una paziente proveniente da fuori regione senza aver disposto preventivamente il tampone di controllo. Quello della Sardegna sull'ordinanza del Sindaco di Pula che ha disposto limitazioni alle uscite per fare acquisti di generi alimentari (una volta al giorno per i piccoli negozi e due volte alla settimana per i market.
Tutti i casi sono stati decisi in tempi rapidissimi: tra le 24 e le 48 ore dal deposito del ricorso.
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