Coronavirus. Rosa Pia D'Acri: "Cara Azzolina, la scuola si è fermata, la meritocrazia si è dileguata, il confronto è venuto meno"

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Rosa Pia D'Acri
  21 aprile 2020 15:25

 di ROSA PIA D’ACRI

In qualità di Responsabile del “Dipartimento Politiche Giovanili” e “Dipartimento Cultura” della Regione Calabria, oltre che di Responsabile politica della Provincia di Cosenza, per conto di Realtà Popolare, ma soprattutto in nome del mio status di aspirante Docente in possesso di tutti i requisiti, in attesa dell’inserimento nella terza fascia, come portavoce di tutte le persone convolte nel mondo dell’Istruzione, Le scrivo quanto segue. 

Lo slogan della sua attività politica è stato:" La Scuola non si ferma", eppure mi chiedo con quale effettività sente di poter pronunciare questo insieme di fonemi? Perché, mi perdoni, ma non ci arriva altro che questo. La prego di considerare il malcontento, il malumore che i discenti le stanno comunicando, lo stress arrecato ai nuclei familiari con la didattica a distanza, di cui Lei intessa le lodi, planando dall’alto la realtà e dimenticando che la politica si fa tra le persone. Dunque, Le chiedo, per correttezza, di modificare quanto sostiene. Ossia, di correggersi, per amor del vero, perché il reale slogan di questo 2020 dovrebbe essere: 

" LA SCUOLA SI È FERMATA, LA MERITOCRAZIA SI È DILEGUATA, IL CONFRONTO È VENUTO MENO".  
Dove è finita, esattamente, la voglia di rappresentare e tutelare i precari, dove è stata confinata la meritocrazia, Ministro? Con la modalità delle MAD con la quale non si prevedono graduatorie, punteggi, classifiche ed è tutto a discrezione del Dirigente, su basi di selezione OSCURE, dove si troverebbe il merito? In questo contesto, Ministro, mi spieghi cosa significa che la scuola non si è fermata. Oltre all’elargizione di contenuti trasmessi in modalità online, con risultati non tanto speranzosi, tra ragazzi in difficoltà e famiglie allo stremo, oltre alla dissoluzione di tutte le speranze dei precari, dei neolaureati, di coloro che hanno sorretto il mondo dell’Istruzione per anni, mi dica cosa è rimasto in piedi. Perché, quello che ci arriva, è un Ministro che sembra essersi dimenticato di essere il nostro RAPPRESENTANTE, che sembra non ascoltarci e che ci nega il confronto.  Perché titoli, servizi, sacrifici non devono essere riconosciuti? Quando esattamente hanno smesso di avere un senso? Cosa dovrò dire ed insegnare ai miei discenti? Perché si mostra sorda all’appello di migliaia di persone, perché ignora le centinaia di raccolte firme, i messaggi dei genitori, i sfoghi dei ragazzi? Ministro, le rammento che la Scuola siamo noi: IL CORPO DOCENTE, IL PERSONALE, LE FAMIGLIE, GLI ALUNNI in un clima sinergico, collaborativo e di confronto… Proprio quello che Lei oggi ci nega. Perché ledere i nostri diritti, perché non rappresentarci, perché non essere nostra portavoce?  

Caro Ministro, abbiamo atteso questo momento per anni, i ragazzi sono in crisi, le famiglie in difficoltà. Oggi viene meno la MERITOCRAZIA, oggi Lei delude i sogni, le speranze, i sacrifici fatti. Oggi Lei annulla un sogno che coltivo da anni, in virtù del quale ho lottato, ho sperato, credendo che, in Italia, i titoli avessero ancora un senso. E Lei, oggi, mi dimostra che ho compiuto un grande errore: credere che la Scuola non si fosse fermata, che la meritocrazia, la rappresentanza politica, esistessero ancora. E tutti color che la circondano e che hanno optato per il silenzio, hanno contribuito ad aumentare il disconoscimento e l’allontanamento che oggi sentiamo.  
MI PERDONI MA IO NON SONO CAPACE DI FINGERE CHE VADA TUTTO BENE, DI PIEGARE LA TESTA, DI RINUNCIARE ALLA MIA PASSIONE, DI IGNORARE I MESSAGGI CHE RICEVO, IL MALCONTENTO CHE MI CIRCONDA, MI PERDONI MA IO NON CI RIESCO".                                   

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