La Calabria potrebbe raggiungere “0 positivi” entro il 10 giugno, la Campania ha bisogno di 20 giorni in più
20 maggio 2020 10:09La Calabria, se prosegue sull’attuale media di regressione dell’epidemia, potrebbe raggiungere “0 ammalati” entro il 10 giugno. La Campania potrebbe avere bisogno di venti giorni in più. La differenza sta tutta nella media: negli ultimi dieci giorni, il numero degli ammalati di coronavirus in Calabria è calato del 36% (passando da 596 a 382), mentre in Campania è diminuito del 20,7% (passando da 1915 a 1518). E’ un’ipotesi, basata sui numeri giornalieri della Protezione civile, che consentono di fare un confronto tra le due Regioni meridionali che più hanno fatto parlare di sé in queste settimane, la Calabria e la Campania, e dei loro Governatori, la “ribelle” Jole Santelli e lo “sceriffo” Vincenzo De Luca.
Sul coronavirus occorre fare parlare i numeri, quelli ufficiali. Le ipotesi, i dubbi, le ricostruzioni tutte da verificare, le dietrologie, lasciano il tempo che trovano. E allora, in un momento in cui l’efficienza dei Governatori diventa un parametro molto sentito dall’opinione pubblica, bisogna sforzarsi di fare parlare i numeri ufficiali certificati dalla Protezione Civile e interpretarli nella maniera corretta. Poi ognuno è libero di farsi un’opinione.
Cominciamo dal numero dei tamponi eseguiti, un dato che è stato al centro di molte polemiche. Ebbene, nell’unico rapporto che si può prendere in considerazione, vale a dire numero di tamponi in relazione alla popolazione, emerge che la Calabria ha coperto il 2,95% della popolazione (57.310 su 1.947.000 abitanti), mentre la Campania ha coperto il 2,53 % della popolazione (147.225 tamponi su 5.801.000 abitanti). Si potrebbe aggiungere che in Calabria per ogni caso positivo sono stati eseguiti 50 tamponi, mentre in Campania ne sono stati eseguiti 31. Ciò per sfatare la leggenda che la Calabria abbia fatto meno tamponi delle altre Regioni meridionali (si pensi che la Sicilia ha coperto il 2,7 % e la Puglia il 2,3% delle rispettive popolazioni).
Detto questo, il report dell’Istituto Superiore di Sanità sul rischio nelle Regioni assegna un doppio vantaggio alla Calabria sulla Campania: nei casi ogni 100.000 abitanti, 0,46 contro 1.33; nell’indice di trasmissibilità, 0.34 contro 0.58.
Molto significativo, ma questa non è una novità, il primato in Italia della Calabria nel rapporto numero di casi/popolazione. La Calabria annota un caso ogni 1688 abitanti, mentre la Campania registra un caso ogni 1232 abitanti. Ancora più utile al confronto è il dato sui casi attualmente positivi che vede la Calabria registrare un caso positivo ogni 5097 abitanti, mentre la Campania un positivo ogni 3821.
Altri due indici da tenere in considerazione: il tasso di mortalità della Calabria è dell’8,23, quello della Campania dell’8,5; il tasso di guarigione è quasi identico, 58% per entrambe le Regioni.
La Calabria ha indubbiamente tenuto meglio l’emergenza. Merito innanzitutto dei calabresi che hanno rispettato le regole, ma qualche merito dovrà pure averlo avuto la Regione e il suo battagliero presidente, Jole Santelli. Molti osannano per la sua risolutezza, qualche volta pittoresca, lo “sceriffo” De Luca, che indubbiamente è stato sul pezzo. Ma i numeri pendono dalla parte della Calabria. Incrociando le dita, perché il virus è sempre in circolazione e ci possono essere numerose variabili che potrebbero fare cambiare questo ragionamento. Al senso di responsabilità dei calabresi il "responso". (s.p.)
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