Coronavirus. "Senza acqua, in 7 in una tenda e senza cibo nè lavoro". Marra (USB) denuncia le condizioni dei braccianti della Piana di Gioia Tauro

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images Coronavirus. "Senza acqua, in 7 in una tenda e senza cibo nè lavoro". Marra (USB) denuncia le condizioni dei braccianti della Piana di Gioia Tauro
Braccianti
  22 aprile 2020 16:10

di GIORGIA RIZZO 

"L'emergenza ha reso evidente ciò che noi denunciamo da sempre". A dirlo è Giuseppe Marra dell'Unione Sindacale di Base, sindacato che si batte per difendere i diritti dei braccianti e migranti che lavorano nella Piana di Gioa Tauro, e che con le loro fatiche permettono alla filiera alimentare di non fermarsi neanche in questo momento. Per portare la frutta sulle nostre tavole. Su di loro pesa ancora di più lo spettro dell'emergenza sanitaria, che aggrava condizioni di vita già precarie.

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"La situazione igienico - sanitaria è critica, le misure di prevenzione non sono possibili nelle tendopoli istituzioni né tantomeno nei ghetti informali - spiega Marra - manca persino l'acqua e si vive in condizioni di sovraffollamento, anche in sette persone in una sola tenda. Per fortuna al momento non risulta nessun contagio".  Al problema sanitario si aggiunge anche quello lavorativo ed economico. Impossibilità di muoversi vuol dire, per i lavoratori stagionali, impossibilità di lavorare. "Questo solitamente è il periodo in cui i braccianti, dopo aver finito la raccolta delle arance, si spostano verso altre regioni come la Puglia e il Piemonte. Adesso non è possibile. E hanno difficoltà anche a mangiare". Così a pensarci sono associazioni e realtà del territorio, che si offrono per la distribuzione di generi alimentari. 

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La risposta istituzionale è scarsa. E quando c'è, ci dice Marra, si tratta di misure palliative che non migliorano in maniera sostanziale le condizioni dei braccianti. "Dobbiamo riconoscere l'impegno del sindaco di San Ferdinando che ha messo a disposizione igienizzanti anche nelle tendopoli per prevenire il contagio. Per il resto si tratta solo di proclami o di misure tampone".

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La proposta dell'Unione Sindacale di Base è quella di garantire ai lavoratori agricoli, i cosiddetti "invisibili delle campagne" , i diritti essenziali, che gli permettano una reale emancipazione. "Ci stiamo battendo perché vengano tutti regolarizzati, perché gli venga riconosciuto il diritto ad un salario dignitoso, la possibilità di usufruire di alloggi, un codice etico per salvaguardare consumatori e tutelare il nostro lavoro". 

 

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