Coronavirus. Uno studio boccia tamponi rapidi e test salivari. Il Centro Ceinge di Napoli: "I primi sensibili al 50%, il secondo fra il 20% e il 30%" 

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images Coronavirus. Uno studio boccia tamponi rapidi e test salivari. Il Centro Ceinge di Napoli: "I primi sensibili al 50%, il secondo fra il 20% e il 30%" 
Un tampone rapido
  02 novembre 2020 14:33

I tamponi rapidi basati sul test antigenico mostrano una sensibilità del 50%, ossia riescono a identificare un caso positivo su due, e i test salivari, sia quello molecolare classico sia quello antigenico rapido, mostrano una sensibilità compresa fra il 20% e il 30%. Lo indicano i risultati della relazione - che l'ANSA ha potuto visionare - sulla valutazione di test antigenico rapido e salivare per infezione da SarsCoV2 frutto della ricerca condotta dalla Task force coronavirus attiva presso il Centro di biotecnologie avanzate Ceinge di Napoli, finanziata dalla Regione Campania.

"Si ritiene che i test rapidi basati sulla ricerca antigenica di Covid per ora non offrano sufficienti garanzie in termini di percentuale di casi positivi identificati", si legge nella relazione, firmata dai responsabili del laboratorio della Task force coronavirus, Ettore Capoluongo, Giuseppe Castaldo e Massimo Zollo. "E' verosimile - si legge ancora - che, se il test antigenico o il prelievo salivare venissero applicati a soggetti asintomatici o con sintomi meno severi rispetto a quelli ricoverati (presumibilmente con carica virale più bassa), la sensibilità diagnostica potrebbe essere ancora più bassa".

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Di conseguenza, si osserva nella relazione, "il loro impiego clinico, pertanto, sarebbe assolutamente da evitare, soprattutto se il prelievo oro-naso-faringeo venisse effettuato da personale medico non adeguatamente addestrato, se i test venissero eseguiti al di fuori del contesto di un laboratorio, da parte di professionalità non esperte nella interpretazione del dato e dei possibili errori metodologici, e senza un adeguato programma di controllo di qualità che il laboratorio comunemente esegue".

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La ricerca è stata condotta su pazienti con Covid in diverse fasi della malattia, positivi al tampone molecolare naso-oro-faringeo, ricoverati presso i reparti dedicati dell'Aou Federico II. Per ognuno di essi sono stati raccolti campione con un tampone naso-oro-faringeo e cellule della muscosa della bocca e saliva. I campioni sono stati quindi analizzati con la tecnica classica Rt-Pcr, che amplifica il materiale genetico del virus e con il test rapido antigenico.

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