Mascherina all’aperto e al chiuso. Chiusura anticipata di bar e ristoranti e massimo 6 persone per tavolo, blocco degli sport da contatto a tutti i livelli, limitazioni per palestre e piscine, inizio delle lezioni alle 11 per gli studenti delle scuole superiori, smart working al 75%, abbassamento della capienza consentita del trasporto pubblico.
Sono le misure per limitare i contagi da Covid-19 che il governo sta valutando in queste ore per constatare l'epidemia da coronavirus con i governatori e su cui ha chiesto ieri il parere del Comitato tecnico scientifico. Obiettivo è arrivare a una linea univoca su tutto il territorio espressa nel nuovo Dpcm prevedendo inoltre che le Regioni dove più alto è l’indice di contagio possano emanare ulteriori provvedimenti restrittivi.
L'intenzione è quella di lasciare aperte le scuole e non intervenire sulle attività produttive, senza porre limitazioni nuove a negozi, parrucchieri e centri estetici.
Un nuovo lockdown sembra escluso nel nuovo Dpcm ma è stretta sulla movida. Rimane infatti in vigore il divieto di sostare di fronte ai locali pubblici oltre le 21. Nel decreto potrebbe entrare anche una limitazione di 6 posti per tavolo. Il Cts ha sollecitato maggiori controlli sull’osservanza dei protocolli con distanziamento e obbligo di mascherina quando non si sta seduti al tavolo. Con chiusura immediata di quei locali che violano le regole. Il Dpcm in vigore impone la chiusura alle 21 nei locali dove non è previsto il consumo al tavolo. Consente invece la consegna a domicilio.
Calcetto, basket e gli altri sport da contatto sono ora vietati a livello amatoriale e con il nuovo decreto la misura riguarderà anche le associazioni e le società dilettantistiche, comprese dunque le scuole per bambini e ragazzi.
Anche su questo settore una decisione definitiva non è stata ancora presa. Tra i quesiti posti dal ministro della Salute Roberto Speranza al Cts c’è la chiusura di palestre e piscine e si sta valutando se il rigoroso rispetto delle linee guida sia sufficiente, almeno per ora, a consentire lo svolgimento delle attività.
La decisione è presa: il 75% dei lavoratori dovrà rimanere in smart working. Una misura che mira a limitare i contatti all’interno degli uffici, ma anche a ridurre le presenze sui mezzi pubblici. Si tratta di un provvedimento che riguarda i dipendenti pubblici, ma potrà essere adottato anche nel settore privato con accordi mirati. Il Cts ha espresso parere favorevole e anche i governatori hanno espresso il proprio consenso.
Il governo esclude la chiusura delle scuole e appare determinato a respingere anche la proposta di alcuni governatori di imporre la didattica a distanza per gli studenti del liceo. Una linea che trova d’accordo il Cts, gli esperti sono infatti convinti che il pericolo di contagio sia più alto se i ragazzi sono in giro, anziché a scuola. Per questo si sta valutando di scaglionare gli ingressi con entrata per i liceali alle 11.
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