Due rimangono con il rito ordinario ed un altro decide per l’abbreviato. Cambia così il quadro del processo a carico di Francesco Santoro, Giuseppe Pugliese e Francesco Lucia. I tre sono accusati, a vario titolo, di corruzione in atti giudiziari e falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.
Durante l’ultima udienza, Santoro ha rilasciato dichiarazioni spontanee, con le quali ha cercato di ripercorrere tutti i passaggi e le situazioni più importanti della vicenda. L’ufficiale del Nisa ha fatto notare come la sua attività professionale sia sempre stata incentrata su lavoro in collaborazione con la Procura, e che in numerose occasioni il suo apporto è stato determinante per la risoluzione di casi giudiziari di cruciale rilevanza.
Loro infatti hanno portato avanti alcune delle indagini più dirompenti nel settore della sanità e dell’ambiente. Hanno lavorato al fianco di gran parte dei magistrati di prima linea della Procura della Repubblica di Catanzaro. E oggi si ritrovano dall’altra parte della barricata.
Santoro è difeso dagli avvocati Salvatore Staiano. e Rosa Giorno. Quest’ultima ha rivendicato l’estraneità dei fatti del suo cliente.
Pugliese, direttore amministrativo dell’Asp di Catanzaro, è difeso dall’avvocato Franco Laratta.
Il gup, Carmela Tedesco, deciderà sulla richiesta di rinvio a giudizio il prossimo 13 settembre.
Francesco Lucia, difeso da Nunzio Raimondi e Francesco Gambardella, verrà giudicato con il rito ordinario.
LA VICENDA: Secondo la Procura, Franco Santoro e Francesco Lucia, nell’ambito di una vecchia indagine, avrebbero spedito all’indirizzo della Procura un atto falso al fine di evitare l’iscrizione nel registro degli indagati del direttore amministrativo dell’Asp, Giuseppe Pugliese, in cambio di un posto di lavoro che quest’ultimo avrebbe procurato alla figlia del primo. Un teorema accusatorio che i due ispettori hanno rigettato con forza davanti al gip.
Nel mirino c’è un colloquio ritenuto sospetto tra Pugliese e uno dei due ispettori della Pg.
Da lì l’avvio degli accertamenti tecnici e documentali dai quali sarebbe emersa l’assunzione della giovane da parte di una ditta che opera nel settore dei servizi informatici. Assunzione a tempo determinato che, successivamente, si era trasformata a tempo indeterminato, secondo gli investigatori solo al fine di accontentare la richiesta avanzata dal direttore amministrativo dell’Asp, Pugliese, che, a sua volta, avrebbe così favorito l’ispettore della Pg. Il tutto in virtù di un rapporto che, stando a quanto spiegato dalla difesa, nasce da un atteggiamento collaborativo che, da sempre, Pugliese ha dimostrato nei confronti delle indagini condotte dal Nisa, e che, tuttavia, non è piaciuto affatto ai finanzieri, nè al magistrato che, con il supporto del procuratore capo, Nicola Gratteri, e del procuratore aggiunto, Giovanni Bombardieri, ha chiesto e ottenuto dal gip il provvedimento di interdizione di 1 anno per Santoro e Pugliese e di 6 mesi per Lucia.
Successivamente il tribunale del Riesame, presieduto da Giuseppe Valea, non ha ravvisato alcuna esigenza cautelare a carico dei tre. Ed ha annullata la misura dell'interdizione della sospensione dall'esercizio di un pubblico ufficio o servizio disposta dal gip.
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