Cosa è il potere? La riflessione di Agazio Loiero

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Agazio Loiero
  31 dicembre 2023 18:35

di AGAZIO LOIERO

La recente pubblicazione del libro “Le strutture del potere”, (ed. Laterza) un’intervista della giornalista Alessandra Sardoni al professore Sabino Cassese, ha scatenato un dibattito in Italia, sul potere e ovviamente anche sulla classe politica. Con l’immancabile raffronto tra quella dei nostri giorni e quella del passato. Operazione francamente impietosa. Purtroppo Il livello culturale si è abbassato vertiginosamente negli ultimi anni in forma particolare nel nostro Paese ma anche in Europa. E’ stato scritto tante volte. Le scuole di partito che aiutavano a diffondere nei militanti, oltre al credo politico, l’abito della cittadinanza, non ci sono più, ma non c’è soprattutto la scuola. Quella che in anni lontani, dispensava il sapere ma si faceva carico d’inculcare anche i sentimenti. Al posto di quelle due scuole giganteggiano la Rete, Internet, i Social che offrono a piene mani un marea di bugie che molti giovani bevono con voluttà. Tom Nichols, un brillante professore americano che insegna ad Harvard, in un libro di qualche anno fa “La conoscenza e i suoi nemici” (ed. Luiss) afferma: “Non ci sono abbastanza pagine, su questo o su altri libri, per catalogare la quantità di informazioni non valide presenti in Rete. Cure miracolose, teorie del complotto, documenti falsi, citazioni attribuite alla persona sbagliata”. A tale sistematico travisamento della realtà si aggiunge una tendenza demoniaca di questa stagione, più volte segnalata: il prevalere delle immagini sulla pagina scritta, che ha finito per alimentare, purtroppo non solo in Italia, il culto dell’ignoranza.

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Due parole ora sul potere e sulla sua funzione all’interno delle istituzioni. Il professore Cassese spiega, attraverso una frase di Bobbio, i cento modi in cui il potere può manifestarsi. “Il potere appartiene alla categoria delle parole paravento, usate per nascondere la difficoltà di comprenderne i significati. In effetti confina con potenza, forza, autorità, violenza, dominanza, ma può voler dire anche consenso e partecipazione, nonché influenza:” Certo un potere ideale è quello che scaturisce dal consenso, ma so bene che spesso esso è l’esito di una lotta in cui la violenza la fa da padrona. Anche nello svolgimento della funzione direttiva della cosa pubblica che dovrebbe rappresentare un’attività nobile Il potere, con i suoi incontrollabili tentacoli, spesso s’insinua con prepotenza nelle pieghe delle decisioni. Il fatto è che il potere è un pericoloso afrodisiaco che non lascia scampo quasi a nessuno. Talvolta, quando col tempo inevitabilmente s’indebolisce, procura atroci sofferenze, perché tenace com’è, accompagna per tutta la vita l’individuo contaminato. Tende infatti a sopravvivergli come un’abitudine dell’istinto anche quando il malcapitato, la politica, non la fa più. Un demone dunque difficile da governare. Specie nel momento in cui un politico si accorge di avere il vento in poppa. Una vera tragedia. Capita sovente che il personaggio, investito dalla buona stella, rischi di inebriarsi a tal punto da librarsi in volo verso un pianeta lontano con il risultato di perdere il contatto con il mondo reale. E’ proprio in questo delicato frangente che un uomo delle istituzioni dovrebbe sapere esibire una corazza di sobrietà, componente non secondaria della leadership. In casi come questi viene però in aiuto la buona scuola. Se il politico infatti dispone di una discreta cultura, magari classica, trova rimandi provvidenziali nel fondo della sua memoria, capaci di aiutarlo a tornare sulla terra. Gli verrà in mente l’oracolo di Delfi, un crocevia dei primi studi. Un passaggio dunque obbligato. Quell’oracolo, che era il più consultato dell’antichità, sul frontone esibiva una scritta che Socrate rese celebre: “Conosci te stesso”. Su un’altra parete, in forma quasi più dimessa, ne conservava un’altra meno famosa ma non meno importante: “Nulla di troppo”. Un ammonimento perentorio nella sua brevità offerto agli uomini di quel tempo lontano a non lasciarsi possedere dall’hybris. La violazione del limite e del giusto mezzo che indispettiva gli dei e provocava la conseguente punizione divina.

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