Tante cose fatte, slogan, 'faremo' e buona volontà: Fiorita a metà del guado

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images Tante cose fatte, slogan, 'faremo' e buona volontà: Fiorita a metà del guado

  20 gennaio 2025 21:45

di GABRIELE RUBINO

Il clima non è dei migliori, anzi se tutto si dovesse misurare con il consenso si è di fronte al punto più basso. Il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, prova a uscire dall'angolo amministrativo prima ancora che politico (LEGGI QUI L'APPROFONDIMENTO) che attanaglia Palazzo De Nobili. 

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La conferenza stampa di metà mandato è un atto più che dovuto, anche se confezionata a scoppio ritardato. I problemi di comunicazione sulla narrazione del 'cambiamento' annunciato ma poco percepito sono riconosciuti, anche se 'giustificati' con il mancato cambio culturale della città. La verità è che la buona volontà non manca ma l'inerzia assorbita dal capoluogo è negativa. Anche al cospetto di un resoconto di 137 pagine di slides (CONSULTA QUI) e della collezione di ancora accattivanti slogan. 

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Al netto dei silenzi e dei bug informativi, le cose fatte ci sono pur se in parte ereditate dall'odiato passato. Fa parte del principio della continuità amministrativa con cui si trascinano oneri (debiti) e onori (progetti). Per questo, per scacciare i 'corsi e ricorsi storici' non è un caso che Fiorita abbia sottolineato un aspetto del dna dell'ex sindaco Abramo: la mole dei finanziamenti ottenuti. "Oltre 56 milioni di euro che entro la fine del mese, quando entrerà nel vivo Agenda Urbana, diventeranno più di 70 milioni di euro di finanziamento". Un modo per dire: non stiamo con le mani in mano. Certo, ancora ci sono troppi 'faremo' e alcune 'contraddizioni'. Così come idee rimaste in grembo con l'incompiuta 'Grande Catanzaro'. Si può legittimamente criticare il passato della macchina comunale, ma non certo dopo aver confermato tutti i vertici scelti nel passato stigmatizzato e assunto dei nuovi (a tempo indeterminato) di cui ci si è pentiti. Va riconosciuto che le cose impopolari (aggiornamento di tariffe, tasse e contrasto all'abusivismo) sono state fatte, al pari di quelle meno visibili (depurazione, in primis). Piccole, grandi cose per il presente e per il futuro della nuove generazioni. Al contrario della prospettazione di contrarre un debito da oltre 5 milioni per tappare le buche. Un'operazione una tantum per una zavorra molto lunga nel tempo. Meglio ingegnarsi per trovare risorse proprie nel bilancio. 

Forse quello che manca è una caratterizzazione. Che sia una grande opera, che sia l'isola pedonale sul Corso (nonostante i pareri negativi dei tecnici) o che sia il recupero dei servizi 'ordinari' serve un qualcosa di distintivo. Allora sì, che un giudizio, possibilmente a fine mandato, sarà più completo. Perché, al momento, più che il secondo tempo sembra l'intervallo. La buona volontà c'è così come le idee, ora vanno concretizzate. 

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