di PAOLO CRISTOFARO
Il 20 marzo 2022 è stata eletta presidente della provincia di Cosenza. Rosaria Succurro proviene dal fronte politico di Forza Italia ed è sindaca di San Giovanni in Fiore. Ha deciso di rispondere alle domande del nostro giornale relative agli ambiti politici e amministrativi di sua competenza, a recenti fatti di cronaca - sempre legati alle vicende gestionali tra Comune e Provincia - all'imminente rinnovo del consiglio provinciale di Cosenza.
Presidente Succurro, intanto grazie per l’intervista. Partirei con domande più strettamente politiche, legate all’imminente appuntamento col rinnovo del consiglio provinciale di Cosenza. Oggi che ruolo hanno secondo lei i consigli provinciali dal punto di vista della gestione territoriale? Si è passati da una quasi volontà di propendere addirittura verso la soppressione delle province a una rivalutazione delle funzioni di questi Enti? Avverte un’inversione di rotta? E l’elezione diretta. secondo lei, è lo strumento per rivitalizzare anche i consigli provinciali e le loro funzioni?
"Ci sono voluti ben nove anni per far comprendere a tutto l’arco parlamentare - in particolare del centrosinistra - che la scelta del legislatore del 2014 e dell’allora Governo Renzi fu istituzionalmente 'folle', perché privò i territori - composti perlopiù da piccoli Comuni - di quell’Ente intermedio che garantiva un raccordo unitario delle politiche locali e nel contempo svolgeva in proprio funzioni fondamentali per il governo delle comunità. Oggi c’è certamente un’inversione di rotta, direi una consapevolezza dei danni provocati da una pseudo riforma che non fu in grado neppure di offrire alternative serie e credibili, con il risultato che quelle attività sono semplicemente 'cessate'. L’elezione diretta verso la quale si sta ritornando è certamente uno strumento necessario per restituire ruolo e dignità anche ai Consigli provinciali, tuttavia da sola non basta. È necessario restituire alle Province funzioni e relative risorse economiche e umane. È noto a tutti che la sottrazione finanche di entrate proprie, operata dal Governo Renzi nella convinzione che il disegno di soppressione sarebbe andato in porto con il referendum poi bocciato dagli elettori, ha finito per mandare molte Province addirittura in dissesto; parimenti, la dispersione del personale provinciale - che era altamente specializzato - presso altri Enti e i prepensionamenti forzosi disposti per legge hanno in parte distrutto proprio quel capitale umano che era un punto di forza delle Province. Per questo mi sento di dire che la nuova riforma va approvata e attuata senza fretta, perché alle Province non servono pennacchi e poltrone. Occorre che siano in grado di operare, avendo soldi e personale per farlo. Detto questo, anche con la riforma Delrio i Consigli provinciali hanno conservato un ruolo di primaria importanza soprattutto dal punto di vista della gestione territoriale. Si pensi ad esempio alla pianificazione territoriale provinciale di coordinamento, nonché tutela e valorizzazione dell'ambiente, per gli aspetti di competenza, funzioni che le Province esercitano attraverso un proprio strumento di pianificazione territoriale denominato “Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale” ed eventuali sue variazioni; strumento al quale si conformano le politiche provinciali, i piani e programmi di settore provinciali, gli strumenti della pianificazione territoriale e gli strumenti della pianificazione urbanistica comunale. Uno strumento di programmazione, anche socio-economica, del territorio, la cui approvazione - così come l’approvazione di qualsiasi piano, programma e loro modifiche, oltre ai regolamenti e agli atti finanziari (bilanci, consuntivi, ecc.) - spetta proprio ai Consigli provinciali."
Come valuterebbe l’attuale situazione della Provincia di Cosenza? Quali obiettivi pensa di aver inquadrato o raggiunto finora e verso quali bisognerà propendere? Quali sfide occuperanno dalla fine del 2023 i prossimi consiglieri provinciali? Viabilità? Finanze? Che priorità si dà?
"Valuto positivamente l’attuale situazione della Provincia di Cosenza, sulla base di un percorso di rinnovamento che abbiamo disegnato e perseguito con convinzione e di un primo bilancio concreto già delineatosi. Attenzione al territorio, all’ambiente, alla viabilità in un’ottica di sviluppo socio-economico delle comunità locali; sostegno ai comuni, soprattutto a quelli più piccoli; scuola ed edilizia scolastica. Ma solo per fare alcuni esempi. Fra gli obiettivi inquadrati e raggiunti, in primo luogo la costituzione del Settore PNRR per assicurare competenze e progettualità a sostegno delle istituzioni locali, in particolare dei Comuni più piccoli e contestualmente intercettare i finanziamenti nazionali ed europei in favore delle Province. E ancora, parliamo di una Provincia molto attiva in tema di salvaguardia ambientale: Portale Tuffiamoci – con protocollo d’intesa fra Provincia di Cosenza, ARPACal, comuni costieri del tirreno cosentino e associazioni ambientaliste per la salvaguardia e la tutela del mare; Contratti di Fiume Crati, per favorire la sicurezza dei territori, il risanamento delle acque e la riqualificazione del bacino del Fiume Crati. Interventi programmati tra edifici scolastici e palestre per adeguamento/miglioramento simico, riqualificazione energetica e nuove costruzioni nel settore Edilizia; revoca dismissione ALESSCO, Agenzia Locale per l’Energia e lo sviluppo sostenibile; oltre agli interventi extraordinari: apertura Scuola Alberghiera di San Giovanni in Fiore; protezione erosione costiera del litorale tirrenico di Acquappesa. Grande attenzione per la viabilità, settore fondamentale per contrastare l’isolamento e lo spopolamento dei nostri meravigliosi borghi: programmati e realizzati progetti per lavori di manutenzione ordinaria e taglio erba, progetti per Pronto Intervento, Piano Neve 2022-2023 per gli interventi di sgombro della neve e trattamento antigelo sulle strade provinciali di appartenenza; investimenti per l’autoparco; lavori di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza; revisione e compilazione schede catasto stradale. Da segnalare il completamento lavori di importanza strategica: II Lotto Tarsia – traforo delle gallerie; stabilizzazione versante Rocca Imperiale; Strada Mormanno-Scalea. Una condotta, quella della Provincia di Cosenza, improntata però al mantenimento dei conti in ordine e alla contrazione del debito, con una notevole riduzione dello stock del debito stesso. Nel Settore Patrimonio-Tributi si è dato risalto al recupero del patrimonio della Provincia: bando palestre scolastiche, aperte alle Associazioni in orati extrascolastici; progetto di restauro del patrimonio culturale e artistico della Provincia; affidamento in gestione dell’Enoteca Regionale della provincia; recupero del Canone Unico. E poiché nulla si fa senza l’impegno e il supporto dei dipendenti, ricordo e sottolineo la riorganizzazione del personale; il rapporto armonico creato con il Sindacato; la valorizzazione delle professionalità attraverso le progressioni verticali e orizzontali; le nuove assunzioni, linfa vitale per un Ente con un tasso di anzianità del personale molto alto e pensionamenti costanti. Fiore all’occhiello della Provincia di Cosenza la SUA – Stazione Unica Appaltante e l’Assistenza tecnico-amministrativa agli Enti locali minori. Riordino del Corpo di Polizia Locale della Provincia di Cosenza, che continua a tutelare il territorio, l’Ente e le comunità con professionalità e competenza: recupero del patrimonio immobiliare non in disponibilità della Provincia; operazioni antibracconaggio; tutela costante dell’ambiente e della fauna selvatica. Il nostro impegno è stato ed è costante ed assiduo ed è orientato a rilanciare un Ente che i cittadini sentono nuovamente vicino e che sanno che c’è. C’è un clima positivo, un’aria diversa sostenuta dal nostro entusiasmo e che sono certa produrrà i risultati attesi perché puntiamo su obiettivi concreti, ottimizzando le risorse a disposizione. Sono convinta che dal Parlamento arriveranno risposte positive sulle necessità di restituire alle Province il ruolo che da sempre gli appartiene, ma nel frattempo continueremo a lavorare per lo sviluppo del nostro territorio."
Inevitabile chiederle, in questo momento storico, anche un parere sui tanto discussi piani di dimensionamento scolastico, da un lato osteggiati fortemente da alcuni sindaci – specialmente quelli delle città più grandi, come Cosenza o Catanzaro, ad esempio, dall’altro difesi per certi versi dalla Regione, come lo stesso presidente Occhiuto ha rimarcato in diverse occasioni. Anche il sindaco di Cosenza, Caruso, si era espresso negativamente. Cosa ne pensa? Ritiene più opportuno tutelare le aree interne? Pensa che qualche ragione anche i centri più grossi possano averla?
"Sul dimensionamento scolastico è innanzitutto giusto dire che in provincia di Cosenza nessuna scuola chiuderà e non cambierà l’offerta formativa per i nostri studenti. Detto questo, va chiarito che la norma è nata nel 2022, da un decreto a firma Mario Draghi ratificato dalla Regione Calabria e inviato alle Province per l’attuazione e, in virtù di queste norme, è stato chiesto alla Provincia di Cosenza di tagliare ben 29 autonomie, seguendo delle linee guida ben articolate alle quali l’Ente non poteva sottrarsi. Abbiamo comunque avviato una lunga e delicata fase di concertazione, da me seguita personalmente, fatta di incontri con le municipalità e i dirigenti scolastici al fine di recepire tutte le esigenze possibili e contenere l’impatto dei tagli sul territorio. Ci siamo però dati un criterio, che è quello della salvaguardia dei piccoli centri, che rappresentano la maggior parte dei comuni del nostro territorio. Da questo punto di vista, pur comprendendo le ragioni dei centri più grandi e delle Città, rivendico la scelta di tutela delle aree interne che sono più svantaggiate sia dal punto di vista della viabilità e dei trasporti, sia per i noti fenomeni di spopolamento e isolamento che vanno combattuti anche sul piano del possibile abbandono scolastico."
A proposito di aree interne, anche la provincia di Cosenza comprende svariati borghi e paesi dell’entroterra che risentono delle difficoltà dettate dall’ormai noto spopolamento e talvolta dai complessi collegamenti infrastrutturali. Su cosa punta la Provincia per favorire questi territori? Lei è anche sindaco di un bellissimo borgo, San Giovanni in Fiore. Cosa occorre a paesi interni come il suo e cosa possono fare le province in tal senso?
"La Provincia di Cosenza sin dall’atto del mio insediamento ha dedicato grande attenzione alle aree interne, fatte di borghi suggestivi e paesi con una grande tradizione storico-culturale, artistica, architettonica e paesaggistica. Sono molte le iniziative che ho implementato e che continuo a portare avanti, puntando sul sostegno all’offerta turistica del cosentino - i due mari, lo Jonio e il Tirreno; e poi la montagna - il Pollino, la Sila; le terme e i parchi termali, i parchi archeologici, la ciclovia dei Parchi - che di recente ho supportato al TTG Travel Experience di Rimini nello stand “Calabria Straordinaria” della Regione Calabria - il marketplace del turismo in Italia; e anche al Forum internazionale dei sindaci del turismo di Zhengzhou in Cina, per far conoscere le meraviglie di quattro territori: Sila, mare, Area Urbana e cultura arbëreshë. Grande attenzione alla promozione dello sport - soprattutto quello invernale; valorizzazione dei percorsi enogastronomici del territorio; tutela e valorizzazione delle minoranze linguistiche e instaurazione di proficui rapporti di collaborazione con i paesi d’origine arbëreshë quali l’Albania."
In Calabria, si sa, incisivo è anche il problema occupazionale. Ultimamente molte famiglie risentono del caro vita e le risorse sono sempre ridotte. Lei, qualche tempo fa, a San Giovanni dov’è sindaco, è stata purtroppo vittima di un’aggressione, pare da ex percettori del reddito di cittadinanza; un episodio senza dubbio da condannare fermamente. Ma crede che una certa tensione sociale stia crescendo? Il venir meno dell’impostazione data al reddito dal governo pentastellato di Conte – in diretta opposizione con la tendenza attuale di centro-destra, pensa che abbia giocato un ruolo in questo senso? Come vede, da prima cittadina e da amministratore, il tema sussidi? Ritiene che le strade per venire incontro ai cittadini siano altre?
"Il problema occupazionale in Calabria è antico e ancor più incisivo oggi di fronte allo scenario internazionale, con due guerre in atto alle nostre porte e la spinta inflazionistica crescente che mette in crisi le famiglie italiane. Le tensioni sociali crescono e si scaricano sempre più sulle spalle dei Sindaci e dei Comuni, tuttavia resto convinta del fatto che la scelta del Governo di centro-destra di riformare il reddito di cittadinanza sia stata giusta e doverosa. Da amministratore ritengo che, in certa misura, le famiglie in povertà assoluta vadano aiutate e sostenute ed è ciò che la riforma del reddito garantisce, tutelando in primo luogo i fragili. Non c’è quindi una mia posizione pregiudiziale contro i sussidi, che per le situazioni più difficili e critiche - inoccupabili, disabili, minori - sono assolutamente necessari e doverosi. Il problema che ha posto il Governo Meloni e che mi trova d’accordo è quello dei cosiddetti “occupabili”, persone alle quali non va data assistenza ma la possibilità di trovare un’occupazione. Per venire incontro a questi cittadini, che nessuno ha mai pensato di lasciare da soli, occorre quindi altro: corsi di formazione e rilancio del ciclo economico e produttivo del Paese. Detto in altri termini, la lotta alla povertà - come ha egregiamente avuto modi di sottolineare il Ministro Calderone - si fa con interventi diretti a creare opportunità occupazionali e con l’aggiornamento delle competenze dei lavoratori. Del resto la fotografia rilasciata dall’Istat sulla situazione attuale - a seguito della riforma del reddito di cittadinanza - ci ha restituito un’immagine positiva, con numeri record di aumento dell’occupazione e conseguente calo della disoccupazione. Numeri che danno ragione al Governo e che confortano sulla direzione da seguire, sapendo però che il lavoro non si crea per decreto ma solo se cresce l’economia."
Un’ultima domanda presidente Succurro. Sempre di recente, la Provincia di Cosenza ha subìto, come riportato da varie testate, un tentativo di attacco hacker. Un imprevisto diffuso di questi tempi. Crede che le amministrazioni – anche locali – siano attrezzate adeguatamente anche per questi incidenti? Come ha risposto l’Ente? Il processo di digitalizzazione degli enti locali – visibilmente implementato nella fase Covid – ritiene che abbia reso più funzionali le strutture amministrative? Si pone qualche target da raggiungere dal punto di vista della digitalizzazione?
"Sul tentativo di attacco hacker subito l’Ente ha risposto prontamente, evitando danni e non cedendo alla irricevibile richiesta di riscatto. Questo è stato possibile grazie agli investimenti operati proprio sulla sicurezza digitale e peraltro, a seguito della riorganizzazione degli uffici e dei servizi che ho fortemente voluto, l’Ente si è dotato di un Settore che si occupa proprio di “Transizione al Digitale” e delle problematiche di sicurezza connesse, che offre anche supporto ai piccoli comuni. Virus informatici come i ransomware hanno necessità di un errore umano per installarsi, purtroppo sempre possibile, ma i cyber criminali non sono riusciti ad entrare nel cuore del sistema che ha retto; mentre ad essere criptati sono stati solo i dati presenti su alcuni pc singoli. Purtroppo non tutte le Amministrazioni, soprattutto quelle dei piccoli Comuni, sono adeguatamente attrezzate per questi incidenti. Da questo punto di vista come Provincia di Cosenza offriamo assistenza e supporto; tuttavia servono risorse adeguate, perché l’innovazione costa. La digitalizzazione è comunque importantissima e imprescindibile per restare al passo con la modernità e le sfide attuali e, dal mio punto di vista, il target da raggiungere alla Provincia di Cosenza è quello della completa apertura dei dati pubblici. Il paradigma dell’Open Government è la via per creare una P.A. aperta e che dia vigore all’innovazione nei confronti di cittadini ed imprese; e gli Open Data rappresentano uno dei capisaldi di questa strategia. Il libero accesso alle informazioni pubbliche crea un clima di trasparenza diffusa e rende più efficiente la macchina amministrativa migliorando altresì i servizi pubblici, ma il concetto di open data ha assunto una portata più larga abbracciando la possibilità del riuso commerciale dei dati aperti, cioè la possibilità che le imprese li utilizzino al fine di generare prodotti e servizi e creare valore sociale ed economico. È possibile inoltre promuovere benessere sociale migliorando la collaborazione, la partecipazione e l’innovazione. Ulteriore valore aggiunto, infine, è rilevabile in termini di misurazione dell’impatto delle politiche pubbliche, oltre che dall’estrazione di nuova conoscenza dalla combinazione di fonti diverse di dati e in ultima analisi dalla creazione di valore economico."
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