La Procura generale di Catanzaro con il sostituto procuratore, Raffaella Sforza, ha presentato ricorso in Cassazione contro la prescrizione per il reato di corruzione elettorale, con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa, contestato all’ex presidente della Provincia di Vibo Valentia, Andrea Niglia (nonché ex sindaco di Briatico), coinvolto nell’operazione antimafia 'Costa Pulita'.
In primo grado Niglia è stato condannato a 2 anni (più 5 anni di interdizione legale), ma in appello è stato assolto dalla sola aggravante mafiosa – pur restando provato il reato di corruzione elettorale – facendo così venir meno per prescrizione l’intera contestazione. Contro tale verdetto, la Procura generale di Catanzaro ha presentato ricorso in Cassazione sostenendo che la motivazione della sentenza d’appello è “contraddittoria” e non considera che l’allora candidato alle comunali di Briatico, Andrea Niglia, si è rivolto per richiedere il consenso elettorale dell’intera cosca Accorinti al fratello del capomafia, promettendogli in cambio l’assunzione del figlio in un’azienda e la nomina di assessori graditi al clan.
Per la Procura generale non si tratta solo di tornaconto personale, ma di “consapevolezza da parte di Niglia di agevolare il consorzio mafioso di Briatico”, tenendo conto che Franco Accorinti – fratello del presunto boss Antonino Accorinti – nella precedente amministrazione comunale, sciolta per infiltrazioni mafiose, ricopriva il ruolo di vicesindaco e la richiesta di Niglia mirava a “conseguire la vittoria elettorale mediante il sostegno della cosca capeggiata da Accorinti Antonino, dietro promessa di indebiti favori, con conseguente applicabilità dell’aggravante mafiosa”.
Il Municipio di Briatico è stato sciolto tre volte per infiltrazioni mafiose: nel 2003 (sindaco Costantino Massara), nel 2012 (sindaco Francesco Prestia), nel 2018 (sindaco Andrea Niglia).
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