Continua la querelle fra Sergio Costanzo e Antonello Talerico. Il primo replica al consigliere regionale.
"Mentre scorrono le immagini del ricordo di Silvio Berlusconi, ad un anno dalla sua scomparsa, mi resta impressa una frase, una delle tante del grande Presidente che rivolgendosi a Tajani, parlando di calcio gli disse “continua a tifare Juve perché chi tradisce una volta tradisce sempre”. Ecco, io capisco che Antonello Talerico, quando Forza Italia nasceva e conquistava la scena politica, era poco più che un bambino e che poi tra studi e altre cose, non abbia potuto apprendere i fondamentali della politica. Per carità, è scaltro, non faticherà ad imparare. Ma chi non ha le basi, difficilmente raggiungerà le altezze. E le basi sono semplici. In politica o si è maggioranza o si è opposizione. E proprio queste elezioni, come ha ben osservato il presidente Meloni, hanno riportato il bipolarismo nella politica italiana, grazie anche all’ottimo lavoro di Elly Schlein. Questo significa che non c’è più posto per le ambiguità, gli italiani, gli elettori, stanno o da una parte o dall’altra. Gli elettori hanno punito leader che hanno giocato al gioco della sedia e hanno promosso a pieni voti la coerenza, anche quella del segretario del Pd Schlein. Quindi mi chiedo, davvero Talerico ha bisogno che qualcuno gli dica da che parte deve stare? E non c’è bisogno che Occhiuto e Cannizzaro dicano a Talerico da che parte sta Forza Italia, basta ricordare ancora una volta i principi cardine lasciatici in eredità dal compianto Presidente Berlusconi: “Forza Italia è nata come alternativa alla sinistra e tale resterà”.
Mi duole poi sottolineare l’ovvio, del resto è stato l’elettorato a scegliere anche al Comune da che parte dovesse stare: se la gente lo avesse voluto sindaco lo avrebbe votato per farlo sedere sullo scranno più alto di Palazzo De Nobili. Quindi bando alle dietrologie e ai pirotecnici giochi di prestigio con i numeri. Ci dica il Talerico di Forza Italia da che parte vuole stare, la bulimia da poltrone non può vincere sulla politica. Lo si deve ai tanti militanti che non hanno ruoli pubblici eppure mandano avanti un partito, lo si deve ad una coalizione che ha dato riconoscibilità ad un intero Paese, lo si deve ad una città che ha diritto di conoscere e riconoscere i suoi interlocutori tanto in via Jannoni quanto a Palazzo Campanella o nel palazzo Santelli".
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