Covid, vaccini scaduti e paziente rimasto invalido: due indagati a Castrovillari

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  24 ottobre 2024 11:33

di STEFANIA PAPALEO

Tutto è iniziato con la somministrazione del vaccino anti-covid al quale si era sottoposto la mattina del 31 gennaio 2022 nell'Hub di Corigliano-Rossano. "Vaccino inadeguato e scaduto", denuncerà in seguito il paziente di Rossano che, a soli 53 anni, si era ritrovato colpito da più patologie invalidanti. Da lì l'apertura di un fascicolo d'indagine da parte della Procura della Repubblica di Castrovillari, che oggi registra un passo avanti con l'iscrizione nel registro degli indagati di due persone per mano del sostituto procuratore Simona Manera, al cui vaglio era finita la dettagliata denuncia presentata per conto della presunta parte offesa dall'avvocato Veronica Sommario, che aveva anche segnalato la vicenda all'Aifa con richiesta di indennizzo per i danni riportati dal paziente. 

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Al centro dell'inchiesta, la presunta falsificazione dei numeri di lotto dei vaccini, al fine di mascherare l'utilizzo di dosi non più valide, come quello somministrato al paziente di Rossano, peraltro soggetto allergico e iperteso, che, tra i  i danni riportati, registra "acufeni insopportabili con ipoacusia neurosensoriale improvvisa da reazione avversa a vaccino anticovid19 Moderna, intorpidimento alla mano destra e al dito del piede sinistro, abbassamento della vista e dolori muscolari acuti".
 
Falso ideologico, nello specifico, l'ipotesi di reato intorno alla quale ruota l'indagine che parte dalle accuse lanciate nell'esposto al medico vaccinatore che somministrò il vaccino Moderna al paziente, nonostante la sollecitazione di quest'ultimo a optare per il Pfizer dietro parere del proprio medico curante. La notte seguente i primi forti disturbi pressori, che lo spinsero a farsi visitare prima dal medico curante e poi dal primario del reparto di Cardiologia dell’ospedale di Castrovillari, con successiva segnalazione all’Aifa della reazione avversa subita.
 
Nell’aprile del 2023 la richiesta di accesso agli atti per verificare la correttezza dell’operato dell’hub vaccinale, dal momento che i problemi aumentavano, con un risultato clamoroso: al paziente era stato inoculato, come risulta dalla ricevuta rilasciata il giorno della vaccinazione, una dose del lotto “216037”, mentre agli atti risulta appartenere al lotto “3006323”. Una discrepanza gravissima, che ha spinto paziente e avvocato a inoltrare la denuncia, affinché venisse avviata un indagine sull’operato dell’hub vaccinale. Nei giorni successivi una seconda denuncia da parte di un altro paziente, sempre con forti reazioni avverse, a cui è stato inoculato un vaccino diverso da quello che risulta agli atti.
 
Alla Procura, adesso, il compito di far luce fino in fondo alla vicenda e delineare eventuali ruoli e responsabilità dei medici di cui il paziente e il suo legale sollecitano, in tal caso, la sospensione dall'attività svolta.

LEGGI QUI LA DENUNCIA PRESENTATA DAL PAZIENTE

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