di Gianluca Pacella (ANSA)
ROMA - Tempo di acquisti dell'olio novello nei frantoi e nelle aziende agricole che, dal Garda alla Sicilia, contribuiscono ad abbellire il paesaggio rurale italiano. Guadagna terreno il turismo dell'olio e l'interesse di vivere esperienze più complete nel mondo dell'oro verde. Dai numeri del rapporto "La valorizzazione turistica dell'olio", presentato a Siena, in occasione del venticinquesimo anniversario dell'Associazione nazionale Città dell'Olio (Anco), emerge che al 61% dei viaggiatori piacerebbe partecipare alla raccolta delle olive e produrre il proprio olio. Lo studio, che mette in luce potenzialità del turismo legato alle produzioni olivicole e che è redatto dalla docente universitaria ed esperta di turismo enogastronomico Roberta Garibaldi, registra un interesse per l'extravergine che tocca il 79% dei viaggiatori del gusto, con la richiesta di abbinare il prodotto a piatti e specialità del luogo.
La ricerca, nel sottolineare che l'olio "non è solo un elemento connotante un territorio, ma diviene una potenziale attrazione turistica alla luce del crescente interesse da parte della domanda e il successo degli eventi organizzati dalle Città dell'Olio", segnala inoltre che il 69% vorrebbe vivere esperienze culinarie negli uliveti, mentre il 60% dei turisti italiani vorrebbe poter degustare diverse tipologie di olio e trovare una carta dell'olio specifica in abbinamento ai piatti proposti dai ristoranti. Il desiderio nei confronti dell'olio si manifesta poi in un 49% degli italiani che vorrebbe visitare un Museo nazionale dell'olio. C'è inoltre un 41% interessato alle attività artistiche negli uliveti (41%) e un 64% di turisti che si mostrano particolarmente curiosi di scoprire gli aneddoti dell'azienda e del territorio. Piace anche l'idea di conoscere e interagire direttamente con il proprietario (57%) dell'azienda agricola.
E' espresso un forte apprezzamento verso i frantoi storici (76%) e le distese di ulivi secolari (70%). Il rapporto evidenzia però che il 55% dei turisti interessato alle esperienze a tema olio non vi ha tuttavia partecipato nel corso dei suoi più recenti viaggi. Il motivo è addebitato a una mancata adeguata informazione al riguardo. Intanto, il comparto oleario italiano, dal punto di vista produttivo, registra una ripresa: le prime stime Ismea, realizzate in collaborazione con Unaprol, indicano una produzione di 321 mila tonnellate. in aumento dell'84% sullo scorso anno. Resta acceso però il problema dei prezzi del prodotto, ritenuto ai minimi dagli operatori. La questione, con probabilità, sarà affrontata mercoledì con il Tavolo di filiera convocato al ministero dell'Agricoltura dove sarà avanzata l'urgenza di un Piano olivicolo nazionale. A livello mondiale la produzione 2019 viaggia intorno a tre milioni di tonnellate.
Il 7 dicembre, dopo la pubblicazione mensile edita da "Olio Officina" sugli assaggi dell'olio, sarà presentata a Roma, a beneficio degli appassionati, "Flos Olei 2020", guida sugli extravergini di tutto il mondo. Nella classifica stilata da Marco Oreggia e Laura Marinelli, sono 720 gli oli extravergine selezionati, 500 i produttori segnalati, provenienti da 53 Paesi col Kuwait new entry. La pugliese Olio Intini è l'Azienda dell'Anno, mentre il Migliore Olio Extravergine di Oliva dell'Anno è dell'azienda agraria Marfuga (Umbria).
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