Cropani, consigliera denuncia il ritiro delle deleghe: "Punita per i 'mi piace' dei miei familiari"

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Cropani

  29 ottobre 2025 16:17

La consigliera comunale di Cropani, Maria Borelli, ha diffuso una lettera indirizzata al Sindaco Raffele Mercurio e ai colleghi consiglieri, nella quale esprime il proprio dispiacere per le recenti decisioni che l’hanno riguardata e che hanno portato al ritiro delle sue deleghe.

"Viviamo un tempo in cui essere coerenti, rispettosi e seri nel proprio ruolo istituzionale è sempre più difficile – scrive Borelli – ma è proprio nei momenti più complessi che la politica è chiamata a dimostrare non solo capacità amministrativa, ma anche maturità, senso delle istituzioni e rispetto delle persone". 

La consigliera afferma di essere "profondamente perplessa" per la gestione della vicenda, spiegando che il 30 giugno 2025 è stata convocata dal Sindaco, alla presenza del capogruppo, e che in quell’occasione le sarebbe stata consegnata una lettera «dal contenuto umiliante". Secondo quanto riportato, le sarebbe stato chiesto di prendere pubblicamente le distanze dai “mi piace” messi da suo marito e dai suoi figli a un post critico verso l’Amministrazione, di farli rimuovere e di pubblicare un messaggio di sostegno al Sindaco. "In alternativa – aggiunge – mi sarebbero state ritirate le deleghe. E così è stato".

Borelli sostiene che il provvedimento non sia stato motivato da ragioni amministrative, ma da "un gesto compiuto da altri, nella mia sfera privata e familiare". Nella lettera chiede: "Dov’è finita la libertà di espressione? Con quale legittimità si pretende che un rappresentante istituzionale venga sanzionato per opinioni espresse da terzi, e peraltro non in modo offensivo ma critico?".

La consigliera sottolinea di aver sempre agito con lealtà e rispetto istituzionale, ricordando di aver servito il Comune "prima come Assessore all’Agricoltura e ai Servizi Sociali, oggi come Consigliera comunale". Riferisce inoltre che il 21 agosto sarebbero state ritirate le deleghe a tutti i consiglieri, ma poi restituite a tutti "tranne che alla sottoscritta", definendo la scelta «una volontà personale e punitiva».

"Non posso accettare che un semplice “mi piace” diventi pretesto per una decapitazione politica – scrive Borelli – Non si tratta più di deleghe o ruoli: si tratta di metodo, di rispetto istituzionale, di libertà personale".

La lettera si conclude con un appello al dialogo e alla riflessione: "Un buon amministratore è colui che sa ascoltare, anche quando il pensiero altrui è diverso dal suo. Un leader vero non ha paura del confronto. Un Sindaco non è il padrone di un’Amministrazione, ma il primo servitore della sua comunità".


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