Crotone, Vito Barresi: "Il nuovo ponte di Gabelluccia Sottana è uno spreco"

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  05 settembre 2025 16:12

Un ponte per fare cosa? Per mettere in sicurezza Gabelluccia Sottana che è costantemente a rischio alluvionale? Assolutamente no, perché resta irrisolto un problema ben più grave: quello del rischio idrogeologico. Due quartieri popolari di Crotone, San Francesco e Gabelluccia, dovrebbero essere uniti con 'ponte' finanziato da fondi PNRR. Si tratta di una lussuosa e inutile passerella ciclo-pedonale che attraverserà il fiume Esaro, attualmente barriera naturale e a forte rischio idrogeologico tra i due popolosi quartieri. Si 'muoveranno' in economia e finanze somme complessive di 2,2 milioni di euro. Bene ma non tanto, perché occorre rimandare il nastro indietro e rivedere la tragica vicenda alluvionale di Crotone e quel che nè è venuto dopo. Trenta anni fa la Regione Calabria aveva istituito il cosiddetto “tavolo Versace”, dal nome dell’ingegnere incaricato di redigere un piano di interventi urgenti sul corso dell’Esaro. Già allora veniva denunciata la pericolosità dell’occupazione abusiva del greto, in particolare a Gabelluccia Sottana. Un'area in cui il fiume, ostacolato da costruzioni abusive, non riusce più a scorrere regolarmente, con conseguente pericolo di esondazioni. Il Piano Regolatore Comunale vietava nettamente l’edificazione in quelle aree soggette a vincolo idrogeologico e già la legge sul condono edilizio del 1986 ne escludeva la sanabilità. Nonostante ciò, gli immobili abusivi sono rimasti in piedi, accatastati ma non regolarizzabili, costituendo ancora oggi una minaccia costante per la popolazione. La Regione, all’epoca, inviò al Comune di Crotone la relazione Versace con un elenco dettagliato di interventi urgenti, a partire dall’abbattimento immediato di tutte le costruzioni che ostruivano il letto del fiume. Vogliano sapere quale sono queste abitazioni, questi 'palazzi'? Chi sono i proprietari attuali? Dopo decenni, nulla è stato fatto: i palazzi sono ancora lì, a minacciare la sicurezza dei cittadini. Se una nuova alluvione dovesse colpire la città, la tragedia si ripeterebbe con la stessa drammaticità del passato. I crotonesi sono stanchi di attendere non solo la realizzazione di opere di connessione e abbellimento urbano, ma soprattutto l’avvio immediato delle demolizioni, la messa in sicurezza del territorio e un’indagine rigorosa da parte della magistratura sulle responsabilità e i ritardi. Senza questi interventi, per Crotone non ci sarà futuro né speranza.
Sarebbe un fatto gravissimo e inaccettabile, dato per scontato che il Signor Sindaco Vincenzo Voce, per come risulta dal suo Curriculum Vitae protocollato presso gli uffici di competenza del Comune di Crotone e pubblicato sul sito internet dello stesso ente, sia attualmente domiciliato e residente in via Antonio Meucci,47, e che il sindaco di Crotone risultasse proprietario di un immobile, in una zona che la Regione Calabria, attraverso il Piano anti alluvione redatto dal prof. ing. Versace, ha classificato come area ad altissimo rischio idrogeologico e di dissesto.
IL SINDACO CHIARISCA DAVANTI AI CITTADINI LA POSIZIONE SUL QUARTIERE A RISCHIO DI GABELLUCCIA SOTTANA
Non è solo un problema di etica politica, ma di sicurezza collettiva: Gabelluccia Sottana è un pericoloso imbuto idrogeologico che minaccia la città intera; la presenza di immobili privati, mai pienamente regolarizzati e posti in zone a rischio, espone migliaia di cittadini al pericolo di nuove alluvioni; il fiume Esaro, già fragile e maltrattato, viene ulteriormente compromesso da una gestione irresponsabile e da conflitti di interesse palesi. Voce ha progettato ponti e quant'altro ma non ha ancora pensato a mettere a norma un intero quartiere, lo stesso quartiere che in uno studio scientifico dell'Università di Palermo è stato classificato 'scenario dell'abitare abusivo', e dove insiste proprio la casa dell'attuale Sindaco di Crotone. Prima ancora di continuare a governare una città piegata da alluvioni, abusi e incuria, Voce dovrebbe dare il buon esempio e non dispensare lezioni di legalità a chi gli pare. La legalità non è uno slogan elettorale, ma una condizione minima di decenza istituzionale. Crotone non può rischiare ancora. Dopo quasi cinque anni di amministrazione fallimentare, la città si ritrova con lo spettro di un sindaco che non garantisce la trasparenza né la sicurezza.

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