
Dopo le polemiche sollevate dall’interrogazione della Lega, il rettore dell’Università Magna Graecia di Catanzaro chiarisce la natura dell’area di preghiera inaugurata il 27 ottobre, ribadendo i valori di inclusione e libertà religiosa sanciti dalla Costituzione.
06 novembre 2025 15:25di GUGLIELMO SCOPELLITI
Il rettore dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, Giovanni Cuda, ha convocato una conferenza stampa per chiarire le polemiche seguite all’inaugurazione dell’area di preghiera dedicata al culto islamico all’interno del Policlinico universitario. “Non si tratta di una moschea, ma di una semplice area di preghiera” ha spiegato Cuda, ribadendo che l’iniziativa nasce nel rispetto dell’articolo 19 della Costituzione, che tutela la libertà religiosa. Il rettore ha spiegato che il cartellone con la scritta “moschea”, è stato rimosso per evitare equivoci e possibili strumentalizzazioni.
“Allo scopo di evitare fraintendimenti abbiamo deciso di eliminare la cartellonistica, ma questo non significa che l’area sia stata chiusa. È e resta uno spazio destinato alla preghiera, pensato per gli studenti, i colleghi e i pazienti di fede islamica” ha dichiarato, ricordando come l’Università ospiti una comunità internazionale composta da giovani provenienti da Libano, Pakistan e Palestina.
Durante l’incontro, Cuda ha anche precisato che la rimozione dei cartelli non è collegata all’interrogazione parlamentare promossa dalla Lega. “Avevamo già deciso fin dall’inizio di rimuoverli perché il termine «moschea» poteva esporre a fraintendimenti. Le due cose non hanno alcun legame tra loro”, ha chiarito, aggiungendo che in futuro potrebbe essere installata una semplice indicazione “area di preghiera”, così come accade per la Cappella Moscati, situata poco distante.
Nel corso della conferenza, il rettore ha raccontato di aver ricevuto una lettera da parte di un architetto studioso di religioni che lo ha ringraziato per l’iniziativa, spiegandogli la differenza tra “moschea” e “musalla”: “Il musalla è un piccolo spazio di preghiera, diffuso in tutto il Paese, ma poco conosciuto”. Lo stesso architetto, ha aggiunto Cuda, gli ha ricordato come a Teheran una fermata della metropolitana sia intitolata alla Vergine Maria, “segno di tolleranza e convivenza che dovrebbe ispirare anche noi”.
Rispondendo alle domande dei giornalisti, Cuda ha precisato che l’area inaugurata non è un luogo di incontro, ma esclusivamente di preghiera: “Così come chi viene da Petronà ha la possibilità di raccogliersi nella cappella Moscati, è giusto che chi arriva da un altro Paese possa pregare in uno spazio dignitoso e non su una scala o davanti a una finestra”.
Sulla risposta del ministro dell’Università e della ricerca Anna Maria Bernini, il rettore si è detto «estremamente soddisfatto»: “La ringrazio perché ha saputo cogliere pienamente il significato del nostro gesto, difendendo con chiarezza e passione la nostra scelta”.
Infine, Cuda ha respinto ogni timore di tensioni o derive ideologiche: “Non sono affatto preoccupato, perché la Magna Graecia è un luogo di cultura, di formazione e di ricerca, aperto al mondo e fondato sui valori dell’inclusione. Qui non c’è spazio per estremismi o strumentalizzazioni”.
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