Cultura, 72 milioni pronti da spendere

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La firma delle convenzioni per il restauro di beni religiosi
  12 luglio 2019 14:31

di ANTONELLA SCALZI

Settantadue milioni di euro per il recupero e la valorizzazione di numerosi attrattori religiosi. I soldi ci sono, ora non resta che spenderli. Stamattina, nella Sala Oro della cittadella regionale, la firma delle convenzioni per una serie di interventi che, nei fatti, coinvolgeranno l’intera Calabria. Tutto concertato con il ministero per i Beni e le Attività culturali. Il Piano, dunque, può entrare nel vivo. Lunedì riaprirà il castello di Le Castella a Isola Capo Rizzuto, ma sul piatto ci sono nove progetti strategici che corrispondono a pieno alla visione targata Mario Oliverio. Ventotto comuni in campo e poi dodici progetti che saranno portati avanti direttamente dal segretariato del ministero per i Beni e le Attività culturali. L’orgoglio dell’assessore alla Cultura Maria Francesca Corigliano ha accompagnato la firma di convenzioni che puntano direttamente sugli attrattori religiosi.

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Tra gli interventi anche quello del restauro di un collegio del 1200 che sarà concesso all’Arma dei carabinieri affinché ne faccia la sede della Compagnia provinciale di Vibo Valentia o la cattedrale di Corigliano - Rossano. Tanti gli attori in campo, tanti i progetti, tante le sinergie. Coinvolte anche le aree archeologiche. E il governatore Mario Oliverio ha voluto esaltare l’idea di una «valorizzazione che punti ad andare ben oltre la semplice conservazione». Da qui la rivendicazione: «Abbiamo fatto scelte importati tra le quali l’intervento in corso che coinvolge il Duomo del capoluogo di regione». La prima abbazia fondata da Gioacchino da Fiore a Fiumefreddo Brutio, ad esempio, era totalmente abbandonata e Oliverio ha voluto ricordare il diretto interessamento della sua amministrazione per recuperarla. Ma ora «si tratta di farsì che questi investimenti non diventino una telenovela nell’esecuzione dei lavori». Su questo un ruolo importante sarà riservato ai Comuni. E l’appello ai sindaci ha avuto un fine preciso: spingerli a fare i cani da guardia nel monitoraggio del cronoprogramma che la Regione stabilirà. Quel che Oliverio ha voluto emergesse chiaramente, in effetti, è stata la sua quasi personale necessità di tempi brevi e progetti completi. La politica delle attese infinite, dunque, sembra aver terminato il suo corso. Ora si c ambia e gli interventi che riguardano la cultura sono il canale preferenziale affinché una nuova strategia si radichi in Regione.

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Molti i vescovi presenti che hanno parlato di una bella pagina istituzionale scritta attraverso i beni culturali. Tra loro monsignor Fiorini Morosini, monsignor Oliva, monsignor Savino. Univoca la richiesta: «Tempi celeri nell’esecuzione dei lavori perché è l’estetica che conduce all’etica». Ed è così che la ricerca del bello diventa importante anche per ciò che concerne i beni di carattere religioso. Dai sindaci un appello secco: «Basta con la politica del piangersi addosso, dobbiamo essere orgogliosi della Calabria». Da alcuni, è il caso del primo cittadino di Gerace, però il monito: «Non si vada avanti a saltelli». Questa sembra essere anche l’intenzione di Oliverio. Il grado di celerità nell’esecuzione dei lavori dirà se la Regione è davvero riuscita a invertire la rotta facendo quanto promesso in tempi brevi.

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