Curap care, il progetto fallito dell'Asp di Catanzaro: in Procura gli interrogativi sui soldi spesi

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Asp di Catanzaro
  30 agosto 2019 18:33

di STEFANIA PAPALEO

Curap care: progetto finanziato, materiale consegnato e personale formato. Risultato? Progetto mai avviato e materiale restituito al mittente. Così come emerge da un dettagliato esposto firmato da un medico che ha deciso di girare alla Procura della Repubblica di Catanzaro i propri dubbi su quei soldi sborsati dall’Asp e serviti, a conti fatti, solo a rimpinguare il conto corrente della ditta esterna che si era aggiudicato l’appalto relativo alla meccanizzazione delle postazioni di Guardia medica dislocate sul territorio.

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Ad oggi, infatti, gran parte delle postazioni di cure primarie sono ancora sprovviste di sistema telematico e connessione internet, nonostante gli I-Pad con relativa scheda telefonica e sistema satellitare di geolocalizzazione che, circa un anno e mezzo fa, durante una riunione a Lamezia Terme, erano stati forniti dall’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro a tutti i titolari di guardia medica, che avrebbero dovuto utilizzarli durante la propria attività lavorativa  e che, invece, alla fine, hanno dovuto restituirli presso la sede della Regione Calabria, non essendo, il progetto in questione, mai decollato con il Mef per il controllo dell’attività.

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Da qui, dunque, la denuncia in Procura da parte del medico, che si chiede anche che fine abbia fatto il materiale consegnato ad un funzionario della Regione, con tanto di ricevuta di ritorno.

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Insomma, tanti e diversi gli interrogativi che ruotano intorno al progetto mai avviato e rispetto ai quali toccherà alla magistratura verificare la sussistenza dei presunti reati che si intravedono sullo sfondo.  Il tutto tenendo presente che, intanto, la mancata informatizzazione impedisce il controllo flussi delle prestazioni e della spesa sanitaria di ogni singolo medico, come previsto nelle finanziarie e dal Mef, rendendo sempre più discutibile la gestione delle Guardie mediche che, oltre ad essere presenti in una proporzione irrisoria che ne vede una in ogni comune (in Veneto e Lombardia è presente una postazione di Guardia Medica ogni 15000 abitanti), sono anche fuori controllo della spesa.

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