di SIMONA MAZZA
L'esposizione a sostanze chimiche tossiche in ancoraggio fenotipo nei tessuti polmonari e pleurici determina processi infiammatori e potrebbe aumentare il rischio di sviluppare patologie oncologiche se non si interviene tempestivamente per disattivare il processo molecolare ossidativo. Un caso clinico suggestivo che dimostra queste dinamiche è rappresentato da una paziente seguita dal dott. Pasquale Montilla, Oncologo Medico e Consultant Specialist in Oncology ONA. La donna era stata esposta a tali sostanze nella Terra dei Fuochi campana, un'area tristemente nota per l'elevata contaminazione ambientale, che ha contribuito allo sviluppo dei suoi problemi di salute
Patologie emergenti da contaminazione ambientale: un suggestivo caso clinico dalla Terra dei Fuochi
La Terra dei Fuochi è una vasta area situata tra Napoli e Caserta, tristemente famosa per l'inquinamento ambientale causato dallo smaltimento illecito di rifiuti tossici. In questa regione, l'esposizione a sostanze chimiche pericolose è un problema di salute pubblica significativo, con un aumento del rischio di malattie croniche e neoplastiche tra i residenti. Un caso clinico suggestivo collegato a questo contesto ambientale riguarda una giovane paziente. La donna viene seguita dal dott. Pasquale Montilla in Calabria fin dal luglio 2024 per il trattamento di una pleurite essudativa criptogenica resistente. Esami mirati di ricerca di marcatori tossicologici su essudato pleurico fibro-sieroso hanno permesso di individuare specifici elementi chimici responsabili dell'attivazione di fenomeni proinfiammatori, che hanno scatenato imponenti versamenti pleurici bilaterali nella giovane.
Nello specifico, sono state rilevate elevate concentrazioni di metalli tossici come zinco, tallio, alluminio, arsenico, rame, cromo, ferro, manganese, cadmio, stagno, tungsteno, piombo, titanio e litio. Questi contaminanti, identificati come “sostanze chimiche inorganiche ad alto peso molecolare”, presentano configurazioni elettroniche incompatibili con il biochimismo umano, alterandolo gravemente. Tali cancerogeni chimici tossici non erano stati considerati nelle valutazioni diagnostiche precedenti, impedendo una diagnosi molecolare puntuale.
Malattie idiopatiche e patogenesi ambientale
Questo caso clinico dimostra come vivere in un ambiente con forte esposizione a contaminanti di natura antropica possa scatenare malattie definite idiopatiche, che tuttavia si rivelano avere una patogenesi ambientale. La contaminazione da cancerogeni chimici tossici e radiochimici, in costante transizione, interagisce con il biochimismo umano, rappresentando un chiaro rischio per la salute della specie umana. Le patologie sviluppate a causa di questi esposomi amplificati subiscono un danno tossico dovuto a un sinergismo addizionale devastante.
Questo tipo di patologia deve essere considerato emergente tra le diagnosi differenziali e riconosciuto come una nuova entità nosologica, con meccanismi fisiopatologici ancora da caratterizzare completamente. Gli esami effettuati sulla paziente hanno mostrato una PCR negativa per patogeni virali, batterici e fungini, così come per la citologia neoplastica. "Si conferma pertanto che agenti chimici tossici in ancoraggio fenotipico nei tessuti polmonari e pleurici determinano attivazione di processi infiammatori a futuro rischi di processi neoplastici", spiega l'oncologo medico Pasquale Montilla.
Versamento pleurico in netto miglioramento dopo puntualizzazione diagnostica-terapeutica
Il professionista, consulente dell'Osservatorio Nazionale Amianto presieduto dall'avvocato Ezio Bonanni, spiega che con il supporto ONA si è riusciti a stabilire "un importante collegamento fra un approccio descrittivo e clinico della malattia a quello meccanicistico della causa". Ora questo caso clinico, a patogenesi ambientale, è stato inserito nel database dell'Osservatorio Nazionale Amianto per ulteriori riflessioni e puntualizzazioni medico-legali da parte del team di specialisti, diretto dall'oncologo medico dr. Pasquale Montilla.
L'avvocato Ezio Bonanni, presidente Ona
Il commento del presidente ONA, avvocato Ezio Bonanni
"L'Osservatorio Nazionale Amianto, attraverso il Dipartimento per la tutela, la prevenzione e la cura del mesotelioma, prosegue il suo impegno per assistere i pazienti che hanno ricevuto questa diagnosi e per coloro che presentano sintomi correlati, indipendentemente dal quadro clinico", dichiara l'avvocato Ezio Bonanni, presidente dell'ONA. "In alcuni casi, fortunatamente, le condizioni infiammatorie non evolvono in forme cancerogene come il mesotelioma della pleura, il tumore del polmone o altre malattie asbesto correlate. Naturalmente i progressi in campo medico non fanno venir meno la necessita di bonificare, bonificare, bonificare per evitare ora e per il futuro altre esposizioni ad amianto e quindi il danno potenziale della trasformazione del rischio in un vero e proprio trauma costituito dalla malattia e, in molti casi, purtroppo dalla morte".
L'ONA APS, prosegue il suo impegno nel supporto alle vittime e ai familiari attraverso il sito e con il numero verde 800 034 294.
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