LAMEZIA TERME - “Così come riportato dalla stampa in questi giorni, sul bilancio dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro graverebbe un debito di 40 milioni. Sembrerebbe, sempre in base ad indiscrezioni emerse dagli organi di informazione, che molte perdite sarebbero state accumulate dall’ospedale di Lamezia Terme. Da tali considerazioni si può chiaramente evincere, a distanza di anni, esattamente da quanto accadde in quel famoso giugno 2007, che l’accorpamento dell’Azienda sanitaria numero 6 di Lamezia Terme con l’Azienda Sanitaria numero 7 di Catanzaro non ha prodotto alcun risparmio di costi anzi ha aggravato le perdite senza, peraltro, garantire un equilibrio territoriale nell’erogazione dei servizi ai cittadini”.
E’ quanto afferma Salvatore De Biase, responsabile Uil-fpl dell’area di Lamezia, nonché ex presidente del Consiglio comunale di Lamezia Terme.
“Certamente - aggiunge De Biase - la presenza di questo debito che graverebbe in maniera particolare sull’ospedale Giovanni Paolo II è a dir poco sconcertante e inspiegabile, visto che al nosocomio di Lamezia Terme sono stati chiusi dei reparti, non sono stati banditi alcuni concorsi per primari e non è stato sostituito il personale medico e paramedico andato in pensione. Nonostante ciò – puntualizza De Biase – sono aumentati i deficit di bilancio dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro. Evidentemente, in questi anni, la presenza di una gestione aziendale inadeguata ha prodotto questi risultati. Occorre, inoltre, ricordare che le risorse economiche elargite nel periodo di commissariamento non sono affatto diminuite. Infatti, l’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro ha continuato ad avere assegnati 474 milioni di euro l’anno. La Regione, che ha nominato i dirigenti delle Asp e per tali ragioni non può ritenersi affatto estranea dalla gestione della sanità pubblica, ha il dovere di spiegare ai cittadini come i soldi sono stati spesi e dove sono stati utilizzati. E’ un atto di responsabilità dal quale il governatore della Regione Mario Oliverio non può tirarsi indietro. Anche i consiglieri regionali ed i parlamentari intervengano e chiedano lumi al governatore: dove sono state utilizzate le risorse e quante ne sono state spese per l’ospedale di Lamezia? E quelle indirizzate all’ospedale Giovanni Paolo II che miglioramenti hanno prodotto? Sarebbe grave aver ridotto le risorse per l’ospedale che opera al centro della Regione, ma sarebbe ancora peggio averle spese inutilmente o in opere impercettibili a molti. La presenza di enormi deficit di bilancio e di grandissime criticità assistenziali sia a Lamezia, che a Catanzaro o all’ospedale di Soveria Mannelli o di Soverato - prosegue - dovrebbe indurre i vertici regionali ad una ineludibile esigenza di chiarezza e di trasparenza. Il governo regionale, ribadisco ancora una volta, nomina i dirigenti della sanità e, quindi, ha il dovere di dare risposte precise, chiare ed esaustive. O paradossalmente, come riportato da alcuni mezzi di informazione, sarà bastato individuare nell’avvenuto accorpamento con Lamezia la causa di tutto il deficit accumulato?. L’auspicio – conclude De Biase - è che la recente legge regionale, la quale ha istituito l’azienda ospedaliera unica che integra Pugliese-Ciaccio, Mater Domini e ospedale di Lamezia Terme, produca una reale sinergia tra i tre poli sanitari a beneficio esclusivo dei cittadini”.
a.c.
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