Decreto legge per rimuovere Paur a Crotone, Oliverio: "Nemmeno il Tar li ha fermati"

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  02 settembre 2025 16:20

Nemmeno la sentenza del Tar li ha fermati. Il Governo nazionale, in modo irresponsabile, si presta alle pressioni di Eni Rewind e prova ad aggirare il PAUR per far risparmiare all’azienda due miliardi di euro di bonifica stimati dall’Ispra, lasciando la comunità di Crotone esposta alla contaminazione di veleni con conseguenze gravi per la salute e la vita delle persone – denuncia l’ex presidente della Regione Mario Oliverio, padre del PAUR e promotore del comitato Fuori i veleni. Crotone vuole vivere. - Si arriva ad annunciare un Decreto Legge per cancellare un provvedimento regionale come il PAUR che ha già retto a ricorsi, ordinanze e persino a un decreto ministeriale. Si calpesterebbe cosi il Titolo V della Costituzione e l’autonomia della Regione Calabria, aprendo un conflitto istituzionale senza precedenti.
 
A giustificazione di ciò si agita lo spauracchio di una direttiva europea: un falso. Quella direttiva, che entrerà in vigore nel 2026, non riguarda i Paesi OCSE come l’Italia né i Paesi membri dell’Unione Europea e, in ogni caso, prevede deroghe per territori senza impianti adeguati come la Calabria.
La assunzione di un Decreto Legge da parte del Governo Nazionale per cancellare il PAUR e magari consentire ad Eni Rewind di lasciare i veleni in Calabria dove non esistono impianti abilitati al trattamento di rifiuti Tenorm, Norm, con tracce radioattive, ecc. sarebbe una operazione palesemente a danno dei cittadini di Crotone ed una ipoteca drammatica sul futuro di un territorio che piuttosto che essere risarcito verrebbe definitivamente condannato allo spopolamento ed alla sofferenza. Contro una simile ipotesi mi auguro che si levi forte l'opposizione delle istituzioni locali e della Regione, delle rappresentanze parlamentari, delle forze politiche e sociali.
La tutela della salute e della vita delle persone viene prima degli interessi di Eni.
Intanto il PAUR che prescrive precise e dettagliate indicazioni per lo svolgimento in sicurezza delle operazioni bonifica, finalmente iniziate dopo 5 anni, non viene rispettato. Il Commissario alla bonifica la cui discutibile condotta è stata di fatto bocciata anche dal TAR, farebbe bene a dare un'occhiata al PAUR. Si potrebbe rendere così conto di quanto sia lacunosa la organizzazione delle operazioni in corso e potrebbe anche avere contezza dei metodi e delle tecniche da assumere per evitare l'esposizione a rischio determinate da eventi atmosferici come ad esempio il vento. Non a caso, proprio a tal proposito, il PAUR indica la realizzazione di tensostrutture per evitare che le polveri vengano trasportate nell'aria. Il Commissario Gen. Errigo dovrebbe anche chiedersi perché si continua a mantenere Arpacal senza i mezzi ed il personale necessario per il controllo ed il monitoraggio delle operazioni di bonifica e la convenzione con Sogesid, da lui stesso annunciata qualche mese fa con la destinazione di due milioni di euro, non è stata attivata e resta ferma nei cassetti? È chiaro che tutto ciò significa vanificare i controlli e con essi ogni forma di legalità, trasparenza a tutela della popolazione e dei lavoratori esposti in prima linea nella bonifica.
 
Mario Oliverio

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