Sono oltre 960 mila le domande di Reddito di cittadinanza accolte pari alla metà dei nuclei familiari in condizione di povertà assoluta.
Il maggiore livello di copertura al Sud, con in testa Campania, Calabria e Sicilia, realtà che presentano, però, anche la più elevata presenza di occupati non regolari. È quanto emerge da un'anticipazione del Rapporto BCC Mediocrati sull'economia regionale realizzato da Demoskopika secondo cui il lavoro irregolare "sembra condizionare" il numero di richieste del reddito. Delle 960 mila domande accolte, 843 mila riguardano nuclei percettori del Reddito di cittadinanza con 2,2 milioni di persone coinvolte, e le restanti 117 mila sono nuclei percettori di Pensione di cittadinanza con 134 mila persone coinvolte. Al primo posto nella classifica regionale, ottenuta analizzando il peso percentuale sulla popolazione residente, afferma Demoskopika, si colloca la Calabria con un valore pari a 33,45 domande accolte per ogni 1.000 residenti e con 65.458 nuclei percettori in valore assoluto. Seguono Sicilia (32,88 domande accolte 181.874 in valore assoluto). Una minore attenzione, in rapporto alla popolazione residente, si è verificata nelle regioni del Nord-est: Trentino Alto Adige (2,76 domande accolte, 2.945 in valore assoluto), Veneto (6,00, 29.440 in valore assoluto) e Emilia Romagna (7,69, 34.230 in valore assoluto). Le domande accolte al 4 settembre 2019 consentirebbero già in questa prima fase, afferma lo studio, il raggiungimento della metà (52,7%) dei nuclei familiari stimati da Istat in condizione di povertà assoluta. Nel solo Mezzogiorno, inoltre, la misura riguarderebbe ben 7 famiglie povere su 10: 579 mila domande accolte su 824 mila famiglie in povertà assoluta con un coinvolgimento di 1,5 milioni di individui. Sul podio si collocano Campania (l'86,9% sarebbe il livello di copertura del reddito di cittadinanza sulle 209 mila famiglie stimate in povertà), Calabria (84,7% su 77 mila) e Sicilia (76,4% su 216 mila).
"Passando ad analizzare il fenomeno del lavoro irregolare, Demoskopika evidenzia che "nel 2016, secondo gli ultimi dati disponibili dell'Istat, i lavoratori irregolari hanno registrato un incremento di oltre 188 mila unità, passando dai circa 3,1 milioni del 2011 ai 3,3 del 2016. Con il 22,3%, a presentare il tasso di irregolarità più alto è la Calabria generando circa 141 mila occupati non regolari. A seguire Campania (20,1%, 373 mila), Sicilia (19,8%, 304 mila) e Puglia (16,7%, 227 mila)". Tutte al Nord le realtà meno esposte: Veneto (8,9% con 198 mila occupati non regolari), Trentino-Alto Adige (9,6% con 52 mila) e infine (10,0% con 208 mila).
Lo studio è stato poi centrato "a comprendere se la diffusione del lavoro irregolare può, in qualche modo, 'condizionare' l'ammontare delle domande inoltrate per il reddito di cittadinanza". Secondo la ricerca di Demoskopika emerge che "al crescere del tasso di irregolarità aumenta il numero delle domande per il reddito di cittadinanza. A presentare una numerosità maggiore delle richieste di reddito sono tutte le realtà territoriali del Mezzogiorno che presentano anche i tassi di irregolarità più elevati. In testa la Calabria il cui elevato tasso irregolarità (22,3%) sembra condizionare anche il maggiore numero di domande presentate (47,57 richieste di reddito di cittadinanza per ogni 1.000 residenti).
A seguire Sicilia e Campania rispettivamente con 44,72 e 43,13 domande presentate".
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