In merito alle dichiarazioni rilasciate dal legale delle ditte interessate dalla revoca dell’aggiudicazione della gara per la realizzazione del nuovo sistema depurativo, si riporta di seguito la nota a firma dell’avvocato Valerio Zimatore che ha supportato il Comune di Catanzaro nella relativa vicenda giudiziaria:
"Il tema della realizzazione del nuovo depuratore comunale e della razionalizzazione e modernizzazione della rete idrica e del sistema telematico di contabilizzazione dei consumi, attraverso la installazione dei nuovi contatori elettronici, è un tema di particolare interesse e grande impegno per l’Amministrazione comunale, che ha profuso e profonde il massimo impegno per poter pervenire alla realizzazione dell’opera nei tempi più rapidi e nelle forme consentite dall’attuale legislazione. Il massimo impegno è stato profuso sia dalla parte tecnica che dalla parte politica, posso dirlo perché in qualità di avvocato e consulente legale ho assistito l’Amministrazione Comunale in tutte le fasi del complesso iter amministrativo, tecnico e legale della progettazione, della gara e dell’appalto delle opere di che trattasi. Leggo con vivo stupore le dichiarazioni rese dallo stimato collega che difende una parte delle ditte (cinque su sei) partecipanti all’Associazione Temporanea di Imprese che avrebbe dovuto realizzare le opere. Secondo le dichiarazioni del collega ed avversario, l’Amministrazione avrebbe dovuto procedere ad una “forzatura” senza tanto preoccuparsi della “legittimità degli atti”. A mio modesto parere si tratta di una visione quantomeno originale del modo in cui una pubblica amministrazione avrebbe dovuto condurre la procedura di appalto, anche perché le ditte inadempienti, ben lungi dall’assumere l’atteggiamento collaborativo di cui si parla negli articoli di stampa, hanno in realtà proposto due ricorsi amministrativi, che sono stati entrambi rigettati dal TAR della Calabria, con sentenza successivamente confermata anche dal Consiglio di Stato (faccio notare a margine che le ditte ricorrenti sono state condannate anche al pagamento delle spese processuali per oltre 13mila euro). A ciò si aggiunga che anche l’ANAC, che aveva esaminato la procedura di appalto condotta dal Comune di Catanzaro con l’utilizzazione dei finanziamenti regionali, aveva confermato la legittimità di tutti gli atti compiuti fino a quel momento, per cui faccio fatica a comprendere come l’Amministrazione comunale di Catanzaro, avendo ottenuto una serie di riconoscimenti della legittimità del suo operato, avrebbe potuto operare una “forzatura” per porre rimedio ai dissidi interni all’Associazione Temporanea di Imprese. Sono convinto, in conclusione, non solo che l’Amministrazione abbia operato correttamente e nel pieno rispetto della legge, ma che il ritardo nella realizzazione delle opere sia imputabile solo ed esclusivamente a negligenza ed incapacità dell’Associazione Temporanea di Imprese, che oggi improvvidamente vorrebbe finanche dare lezioni di buona amministrazione”.
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