Depurazione carente e dati preoccupanti, Bruni (PD): “La Regione ignora i veri nodi del sistema depurativo”

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images Depurazione carente e dati preoccupanti, Bruni (PD): “La Regione ignora i veri nodi del sistema depurativo”

  23 luglio 2025 11:42

“Secondo l’indagine condotta da Legambiente nell’ambito della campagna Goletta Verde 2025, ben 13 dei 23 punti campionati lungo le coste calabresi risultano oltre i limiti di legge, con 9 classificati come fortemente inquinati. Si tratta del 57% dei campioni, un dato che restituisce in tutta la sua gravità la condizione di un mare che continua a pagare le conseguenze della maladepurazione cronica. Di fronte ai numeri, non servono più parole ma scelte politiche concrete, capaci di tener conto delle esigenze e delle doglianze di un territorio che soffre, frenato nella possibilità di trasformare il patrimonio naturalistico e marino in una opportunità di crescita economica e sociale”.

È con questo spirito che la consigliera regionale del Partito democratico, Amalia Bruni, annuncia la sua partecipazione alla manifestazione promossa dal coordinamento di associazioni e comitati “Uniti per il Golfo di Sant’Eufemia”, in programma sabato 26 luglio alle ore 9 sulla spiaggia antistante l’area ex Sir, presso lo sbocco del torrente Turrina.

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Una mobilitazione civile che affonda le sue radici nella realtà, non nelle polemiche, e che trova conferma nei dati più recenti sullo stato delle acque marine e sulla qualità della depurazione in Calabria.

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“Non è una novità, ma ciò che colpisce è l’assoluta lentezza con cui si procede – dichiara Bruni –. L’Autorità Nazionale Anticorruzione ha certificato, nero su bianco, che le progettazioni definitive per alcuni grandi impianti sono pronte, ma quelle esecutive, necessarie per l’avvio dei lavori, risultano ancora in fase di verifica. In parole semplici: ci sono ritardi strutturali inaccettabili”.

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Il riferimento è al report trasmesso dal commissario straordinario nazionale per la depurazione, che segnala come, per molte delle opere legate alle procedure europee d’infrazione 2004/2034 e 2014/2059, i progetti siano fermi a metà del guado. “Non ci si può più nascondere – continua Bruni – dietro il gioco delle percentuali o della quantità di campioni prelevati. Non è una guerra di numeri tra Regione e associazioni, ma una battaglia per la salute dei cittadini, per la tutela dell’ambiente, per la credibilità delle istituzioni”.

“L’assessore regionale all’Ambiente difende l’“eccellenza” delle acque calabresi, snocciolando il dato del 93% di qualità positiva sui 3.000 campionamenti eseguiti dalla Regione, Legambiente puntualizza che il proprio monitoraggio riguarda le foci dei fiumi e i punti critici, non le acque balneabili. Eppure, è proprio in questi punti che si misura la reale efficacia del sistema depurativo”, viene sottolineato nella nota.

“Basta fare un bagno vicino alla foce di un torrente per capire che il problema esiste – incalza la consigliera Bruni –. E sono proprio quei punti ‘non balneabili’ che spesso versano liquami in mare aperto, alimentando chiazze e schiume, che nulla hanno a che fare con fenomeni naturali come le mucillagini”.

Secondo Bruni, l’intervento sugli impianti di trattamento delle acque reflue è solo una parte del problema. “Va affrontato anche tutto ciò che accade a monte della filiera fognaria: allacci abusivi, scarichi civili non depurati, reti colabrodo, controlli insufficienti. Senza una visione integrata, ogni sforzo sarà vano. Servono piani operativi, non più promesse”.

Nel frattempo, anche quest’estate, sono le associazioni e i cittadini a rimboccarsi le maniche, a fare pressing, a denunciare, a promuovere cultura ambientale. “Da anni seguo il lavoro prezioso delle realtà che sabato saranno presenti al sit-in – conclude Bruni –. La mia partecipazione vuole essere un modo visibile per dire grazie al lavoro delle associazioni, preziosa espressione della cittadinanza attiva, e per riaffermare un principio semplice: il diritto a un mare pulito non è un lusso, ma una questione di giustizia ambientale e sociale. Dobbiamo far sì che ogni cittadino calabrese possa andare al mare con la certezza di trovare acqua pulita e salubre. È il minimo che la politica possa garantire”.

 

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