"Dimissioni", il leit motiv di un Consiglio esplosivo (IN AGGIORNAMENTO)

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Un momento del Consiglio
  25 luglio 2019 15:24

di ANTONELLA SCALZI

«Oggi vi siete uccisi da soli e noi vogliamo aiutarvi: saremo i primi firmatari delle dimissioni». Roberto Guerriero traccia così il bilancio di una frattura ampia e sanguinante che lui vede, ma che Filippo Mancuso rispedisce al mittente. Mancuso sa che un chiarimento non è più rinviabile e non esclude un rimpasto di Giunta, ma le dimissioni no: quelle, per lui, non sono proprio in agenda. E se in sede di dichiarazione di voto Eugenio Riccio ha scelto di attenersi ai temi, l'ennesimo affondo è arrivato da Gianmichele Bosco; «Una città bellissima, ma tenuta malissimo, allo sbando e con un Piano della mobilità senza senso». 

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Un botta e risposta . al quale non si sono sottratte ne Manuela Costanzo ne Roberta Gallo. Sullo sfondo ghost writer, veri o presunti, scelte politiche trascorse e interrogativi che hanno tenuto alto il livello dello scontro e che hanno spinto Giovanni Merante a ritornare esplicitamente su questioni prettamente politiche sventolando proprio quei dubbi sui ghostwriter di turno. Sullo sfondo ordini del giorno ed emendamenti da approvare che, in aula oggi, sono apparsi meri ospiti. 

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Almeno fino a quando in Consiglio è entrata la proroga al 31 luglio della rottamazione delle cartelle. Pax illusoria perché Sergio Costanzo non ha perso occasione per riaccendere i fuochi di uno scontro mai sopito. 

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