Di seguito l'intervento di Simona Mungo nel corso della direzione regionale Pd.
Vivo in Provincia di Catanzaro, a Sersale, nello specifico.
Non sono di parte se dico di abitare in un posto bellissimo, equidistante dal mare alla montagna, immersa in un ricco e variopinto mondo, offertoci generosamente da madre natura.
La mia città è nota ai visitatori per la buona cucina ed il patrimonio naturalistico della Riserva Regionale “Valli Cupe”.
Voi direte: una bella storia. Sì, una bella storia per i turisti che vivono il mio borgo per qualche ora, il tempo di un’escursione e di un buon piatto di tagliatelle ai funghi.
Questo è uno dei racconti che rientra in quella è la sagra del turismo calabrese, che si ripropone soprattutto d’estate, ma alla fine della bella stagione si rimane coi problemi che attanagliano la quotidianità dei calabresi.
Vivere nelle aree interne, poi, comporta ancora maggiori difficoltà. Quindi io vivo in un posto meraviglioso, ma distante da tutto il resto se non si possiede un’automobile. Così ci si ritrova a scegliere tra la curiosità di vedere il mondo e l’accontentarsi della mediocrità a cui tutti, anche i giovani, sembrano essersi abituati.
Un posto in cui giorno per giorno vedo diminuire la quantità e la qualità dei servizi che mi vengono garantiti. Su tutti mi viene in mente la situazione in cui versano la postazione del 118 della mia città, sprovvista di medico, ed il polo ambulatoriale di Sersale, che ad oggi ha subito una riduzione delle prestazioni a cui l’utenza dell’intero comprensorio aveva precedentemente accesso. Entrambe le problematiche sono state sottoposte all’attenzione della politica, ma ad oggi nessuna risposta.
Vengo al dunque. Io in questo momento avverto la responsabilità di rappresentare i miei concittadini e quelli delle aree limitrofe, che per accedere ad un servizio importante come quello alla salute dovranno spostarsi. Il mio impegno però non basta, per questo chiedo un impegno politico condiviso, chiedo il supporto dei consiglieri regionali del mio partito perché non si ignorino le esigenze di luoghi in cui il trasporto pubblico è limitato ed i servizi esistenti in sede vengono soppressi.
Perché mentre si vorrebbe vendere l’immagine di una Calabria patinata, c’è una storia vera di diritti che sono sempre più i privilegi di chi può permettersi un’alternativa.
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