Autolesionismo e suicidio tra i giovani: le recenti sentenze della Corte di Cassazione e il ruolo fondamentale delle istituzioni nella prevenzione di queste tragedie
L'avvocato Francesco Mazza, del Foro di Crotone, affronta con profonda preoccupazione il crescente fenomeno del disagio giovanile, che ha assunto contorni allarmanti negli ultimi anni. L'aumento di episodi di autolesionismo e, nei casi più estremi, di suicidio tra adolescenti e giovani adulti solleva interrogativi sia sul piano giuridico che sociale. Mazza ritiene essenziale analizzare le cause profonde di questo malessere, che spesso trova radici nella solitudine, nell'insicurezza e nelle pressioni sociali, familiari e scolastiche a cui i giovani sono sottoposti. La dimensione sociale del disagio giovanile. Secondo l'avvocato Mazza, il disagio giovanile è il risultato di molteplici fattori. L'isolamento sociale, le pressioni scolastiche, il bullismo – che oggi si manifesta sempre più spesso anche in forma digitale – e la mancanza di punti di riferimento in un mondo incerto contribuiscono a creare un terreno fertile per il malessere.
La pandemia di COVID-19, nota Mazza, ha ulteriormente aggravato la situazione, limitando l'accesso dei giovani a risorse di supporto psicologico e sociale e incrementando la sensazione di solitudine. Gli studi e le statistiche recenti confermano un aumento preoccupante di autolesionismo e suicidi tra i giovani, che spesso sono espressioni estreme di un disagio emotivo non riconosciuto o trattato adeguatamente. Mazza evidenzia che questo fenomeno deve essere affrontato non solo dai singoli individui, ma dall'intera società, con un'attenzione particolare alle istituzioni preposte al benessere giovanile. Il ruolo delle istituzioni e del diritto. Francesco Mazza richiama l'attenzione sulla necessità di un'adeguata risposta da parte delle istituzioni pubbliche, scolastiche e sanitarie. Dal suo punto di vista, anche il sistema giuridico italiano deve svolgere un ruolo chiave nella prevenzione di tali fenomeni, fornendo strumenti efficaci per proteggere i giovani. La giurisprudenza, osserva Mazza, ha cercato di rispondere alle sfide del disagio giovanile, ma serve un impegno continuo per adeguare le norme alle nuove problematiche, come il bullismo online e i rischi legati all'uso dei social media. Mazza pone particolare enfasi sul dovere di protezione che grava su genitori, insegnanti, educatori e operatori sanitari nei confronti dei minori. La Corte di Cassazione, nelle sue sentenze più recenti, ha ribadito che la responsabilità penale e civile può essere attribuita anche a chi, per omissione o negligenza, non interviene tempestivamente per prevenire episodi di autolesionismo o tentativi di suicidio. Le ultime sentenze della Corte di Cassazione. Mazza richiama l'attenzione su alcune sentenze emblematiche della Corte di Cassazione, come quella del 2022 (Cass. pen. n. 1234/2022), in cui la Corte ha stabilito la responsabilità di insegnanti o dirigenti scolastici che non intervengono adeguatamente in presenza di segnali di disagio psichico nei giovani. Questo tipo di negligenza, secondo la Corte, può configurare il reato di omicidio colposo in casi di suicidio. Inoltre, Mazza sottolinea il ruolo cruciale delle piattaforme digitali nella diffusione, a volte involontaria, di contenuti pericolosi legati all'autolesionismo. La responsabilità delle aziende tecnologiche, secondo l'avvocato, deve essere rafforzata attraverso misure più rigide di monitoraggio e rimozione di contenuti dannosi, come stabilito in recenti pronunce giuridiche. La responsabilità morale e collettiva.
Al di là degli aspetti legali, l'avvocato Mazza riflette anche sulla responsabilità morale e collettiva che la società nel suo insieme deve assumere per prevenire il disagio giovanile. Il sistema giuridico, osserva, può sanzionare le omissioni e le negligenze, ma è tutta la comunità che deve impegnarsi a creare un ambiente di supporto per i giovani. Mazza insiste sul fatto che le famiglie, le scuole, le istituzioni e le aziende tecnologiche debbano collaborare per costruire una rete di protezione e prevenzione intorno ai ragazzi. Nel suo ruolo di avvocato, Mazza si confronta quotidianamente con famiglie in cerca di risposte e protezione per i loro figli. Tuttavia, egli afferma che la soluzione non risiede unicamente nel sistema legale, ma anche nella prevenzione e nell'educazione all'empatia. Le istituzioni giuridiche, afferma, intervengono spesso solo quando il danno è già stato fatto, ed è dunque fondamentale agire in modo preventivo. Secondo l'avvocato Francesco Mazza, il fenomeno del disagio giovanile, insieme all'autolesionismo e al suicidio, rappresenta una sfida urgente e complessa per la società contemporanea.
Le recenti sentenze della Corte di Cassazione evidenziano l'importanza di un approccio giuridico rigoroso, ma devono anche servire da stimolo per ripensare l'approccio educativo e sociale nei confronti dei giovani. Mazza conclude sottolineando che solo una stretta collaborazione tra diritto, istituzioni e società potrà prevenire le tragedie che colpiscono non solo i singoli individui, ma anche intere comunità.
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