In questi giorni i quotidiani spesso aprono con titoli cubitali su un argomento “scottante”.
Per “colpa dei condizionatori” manca la corrente elettrica in intere città. Si sono verificati disservizi in Calabria, e anche oggi si registrano ancora problemi. A titolo di esempio, possiamo citare quanto accaduto nei giorni scorsi nella provincia di Vibo.
Ben 7 linee in guasto che comportano centinaia di utenti al buio. Neanche gli Dei della costa sono stati risparmiati. Infatti lungo la costa degli Dei, meravigliosa meta turistica si sono registrati numerosi disagi a seguito dei blackout. Addirittura, cosa gravissima, anche l’Ospedale di Vibo ha avuto il suo blackout.
Per difenderci da questo caldo asfissiante dobbiamo tenere accesi migliaia di condizionatori d’aria, proprio quelli che le aziende elettriche consigliavano di installare come sistemi di riscaldamento e raffrescamento, per usare meno gas e più energia elettrica e contribuire in questo modo a combattere il “cambiamento climatico”.
Peccato che c’è un problema: per far funzionare una macchina elettrica come il condizionatore (o il frigorifero, o la lavatrice ecc.) serve l’energia elettrica, e serve dove c’è il condizionatore e quando lo si deve accendere.
Ed è proprio qui il fatto: chi dovrebbe garantire a cittadini e imprese di avere sempre e comunque a disposizione la quantità di energia elettrica necessaria per tutti i bisogni (familiari o industriali), oggi dà la colpa dei blackout al caldo eccessivo e inaspettato.
Si tratta di Aziende che hanno la concessione dello Stato italiano per distribuire l’energia elettrica costruendo impianti sufficienti per tutti i bisogni, investimenti che vengono pagati dalle bollette. Invece si sceglie di risparmiare, di riparare impianti vecchi, di privarsi del personale necessario per i lavori che dovrebbero essere fatti, di appaltare attività di cui si perde il controllo e via discorrendo. Ricordiamo che Enel, attraverso e-distribuzione, ha la concessione per oltre l’85% del territorio nazionale, mentre le principali Aree Metropolitane del Nord Italia e Roma sono servite da grandi imprese municipalizzate.
FILCTEM, FLAEI e UILTEC, Sindacati dei lavoratori elettrici aderenti rispettivamente a CGIL, CISL e UIL, da anni lottano contro queste politiche industriali sbagliate di Aziende che dovrebbero garantire il servizio elettrico su tutto il territorio italiano (avendo la concessione) e che invece puntano ad aumentare i profitti per i propri azionisti. Da oltre un anno e mezzo sono in atto scioperi in e-distribuzione proprio su questi temi.
Oggi come Sindacato chiediamo alle Istituzioni (Governo, Regioni, Sindaci,) e alle forze politiche di ogni parte, di intervenire per riprendere la loro funzione di controllo sui concessionari di servizi pubblici come sono le Aziende che svolgono attività di distribuzione di energia elettrica, perché i Blackout non nascono sotto i cavoli, ma sono responsabilità di chi non ha fatto quanto doveva per evitarli.
Speriamo che questa volta, non cali (nuovamente) il Buio sui Blackout, ma che si faccia Luce sulle vere responsabilità di ognuno.
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