Mobilitazione bipartisan per portare alla 76/a Mostra del Cinema di Venezia il docufilm "Terra mia, non è un Paese per santi" di Ambrogio Crespi che racconta la reazione della comunità di San Luca (Reggio Calabria) contro la 'Ndrangheta, escluso dal Lido. All'appello lanciato da Klaus Davi, autore del film e consigliere comunale di San Luca, hanno già riposto in molti.
"Raccontare un'occasione di riscatto è sempre un po' come prendersi una rivincita - dichiara il forzista Gianni Sammarco -. Il film non è in cerca del tappeto rosso né è in corsa per o contro qualcuno. San Luca ha già vinto". Gli fa eco la collega di partito Renata Polverini: "La Direzione di questa importantissima rassegna cinematografica non può restare insensibile. Una storia corale di lotta e di coraggio: in quel Comune il vuoto istituzionale è stato colmato con orgoglio da tutti i cittadini". Chiedere un posto a Venezia, aggiunge Giacomo Portas (Pd) è "come se non l'antimafia, ma il coraggio di stare al petto con la mafia dovesse chiedere un posto in punta di piedi, quasi in silenzio. Il silenzio di San Luca senza sindaco per 6 anni non lo vogliamo più sentire".
A rilanciare l'appello anche la senatrice leghista Lina Lunesu: "La Direzione di Barbera sarà libera di fare le sue valutazioni, ma se ci lamentiamo che l'Italia non è un Paese per giovani lasciateci almeno i Santi, e con loro la speranza. Aver ridato un Consiglio Comunale alla città è una bellissima storia che deve essere raccontata"
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