Lo scorso febbraio la conferenza Stato-Regioni ha approvato il nuovo piano per le liste di attesa.
Da allora le regioni avevano 60 giorni di tempo per adottare il proprio piano.
Eppure, nonostante da quasi due mesi quel termine sia scaduto, la Regione Calabria non ha ancora inteso recepire il piano per migliorare l'accesso alle cure dei cittadini.
Manca, quindi, uno strumento capace di stabilire tempi certi per tutte le prestazioni ambulatoriali ed in regime di ricovero e per poter valutare i Direttori Generali che, a fronte di risultati deludenti, dovranno essere rimossi.
Purtroppo la
situazione calabrese è estremamente preoccupante - sostiene Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons - basta soltanto pensare che per effettuare una biopsia alla tiroide, occorre attendere circa un anno.
In questo modo i pazienti sono costretti a rivolgersi al privato - prosegue Di Lieto - ovvero ad alimentare il triste (quanto costoso sia per i malati che per la Regione) fenomeno del turismo sanitario verso altre Regioni.
Poiché non abbattere le liste d’attesa comporta la rimozione dei manager della sanita`, alla luce della qualita` del servizio nonche` delle numerose segnalazioni ricevute, il Codacons ha depositato una istanza d’accesso al Ministero della Salute nonché alla Regione per “far luce sulle liste d’attesa per prestazioni erogate dal Servizio Sanitario Nazionale in Calabria negli anni 2018 e 2019”.
L’associazione chiede la documentazione relativa al monitoraggio sulle liste di attesa e quali problematiche siano state riscontrate dai Calabresi negli anni 2018 e 2019 (ricoveri, consulenze specialistiche, esami...).
Abbiamo chiesto, inoltre, “per quali finalita` e con quali risultati siano stati spesi i fondi di bilancio, con riferimento alle liste d’attesa negli anni 2018 e 2019”.
Vogliamo finalmente comprendere dove sia finito quel fiume di danaro pubblico, destinato ad abbattere le
liste d’attesa - conclude Di Lieto - nonostante oggi ci ritroviamo con le Asp che lamentano un buco di circa 2 miliardi in una regione “inadempiente” per Livelli Essenziali di Assistenza.
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