Dulbecco, ancora occhi puntati sull'intramoenia: "Rilevate incongruenze su contratti e codici"

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  17 luglio 2025 18:19

di GABRIELE RUBINO

"Ho effettuato dei controlli a campione sui “contratti” relativi alle autorizzazioni all’esercizio dell’attività in ALPI ed ho rilevato la presenza di alcune incongruenze che dovranno essere immediatamente sanate". L'ALPI è l'acronimo di attività libero professionale intramuraria. In sostanza il professionista pubblico può svolgere attività a pagamento (autorizzato e al di fuori dell'orario istituzionale) all'interno delle mura dell'ospedale. O se 'allargata', anche in studi privato. A patto di specifica autorizzazione. Concetti diventati famosi nella sanità di Catanzaro a seguito delle recenti indagini che hanno coinvolto la Dulbecco, tanto il presidio del Pugliese quanto quello del Policlinico. Sull'intramoenia catanzarese i fari si erano accesi da tempo. Non solo quelli della Procura ma anche della stessa azienda che da tempo ha avviato una 'riorganizzazione'. Probabilmente, le due cose hanno avuto un nesso causale. Sta di fatto, che dopo l'ultima inchiesta che ha travolto l'ufficio ALPI dell'ex Pugliese, è arrivata la constatazione di cui sopra del direttore facente funzioni che è diventato il direttore del dipartimento Staff Sergio Petrillo

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Nella lettera indirizzata ai dirigenti medici che svolgono ALPI in Dulbecco, Petrillo precisa: "In molti casi non sono state individuate né le fasce orarie di attività, né i giorni in cui è previsto l’esercizio in ALPI. Molti hanno indicato di essere turnisti, omettendo l’indicazione richiesta. Tale situazione non è compatibile con il regolamento e con le previsioni formali dei contratti". Ne segue la richiesta di distinguere puntualmente fra fasce orarie e tipologia di attività. "I tempi di esecuzione di ciascuna prestazione dovranno obbligatoriamente essere allineati con quelli previsti per l’attività istituzionale; nel caso persista un disallineamento - si legge ancora -, i tempi di esecuzione saranno corretti d’ufficio, motivo per cui, trascorso il termine assegnato, il personale ALPI dovrà procedere alle correzioni senza ulteriori avvisi".

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Nella missiva, circa l'attività istituzionale si puntualizza poi: "la necessità e l’obbligo di chiudere ogni prestazione specialistica ambulatoriale utilizzando la procedura informatica prevista. Tale operazione, a prescindere dalla obbligatorietà in sé, consente di tracciare le prestazioni rese individualmente in attività istituzionale. Tale dato, a partire dal mese in corso, diventerà il riferimento autorizzativo in termini di confronto tra attività resa in istituzionale e quella in ALPI". Infine, a seguito di un controllo, sarebbe emerso: "che circa un centinaio di prestazioni, afferenti a diversi professionisti, non risultano allineate a quelle istituzionali, o per errata codifica ( va utilizzata quella del tariffario regionale) o perché non corrispondenti a quelle esistenti sul tariffario regionale". 

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