Dulbecco, recupero ore e tagli agli stipendi: il sindacato annuncia lo stato d’agitazione

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  10 ottobre 2025 12:57

Cresce la tensione all’interno dell’azienda ospedaliera Renato Dulbecco di Catanzaro per via della controversia sollevata dalla sigla sindacale UNTIA (Unione Nazionale Tutele in Autonomia) rappresentata da Graziella Rattà, che con una lettera formale di diffida e denuncia ha segnalato alla Direzione Aziendale gravi irregolarità nella gestione delle ore di lavoro e delle retribuzioni dei dipendenti.

Secondo quanto riportato nella nota, l’azienda avrebbe avviato in questi giorni una richiesta di recupero ore in debito riferite agli anni 2023, 2024 e 2025, comunicando la possibilità di decurtare lo stipendio dei lavoratori per compensare le ore mancanti. Una decisione che, secondo la rappresentante sindacale, non trova alcun fondamento normativo né contrattuale.

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“Non esiste una banca ore che possa giustificare tale richiesta – scrive Rattà – L’azienda non ha mai avanzato simili pretese negli anni precedenti e non può oggi recuperare ore di lavoro arretrate senza preavviso e senza una base legale chiara.”

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La diffida inviata quest'oggi alla Direzione chiede l’immediata cessazione di qualsiasi iniziativa volta al recupero forzato delle ore e alla decurtazione delle retribuzioni, invitando inoltre l’azienda a fornire una risposta scritta entro cinque giorni con la spiegazione dettagliata delle motivazioni e dei riferimenti legali alla base di tale decisione.

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Nella lettera, la rappresentante sindacale ricorda anche che il CCNL di riferimento stabilisce regole precise sul recupero delle ore non lavorate, prevedendo la possibilità di trattenute solo entro il mese di maturazione o quello successivo, e mai a distanza di anni.

Particolarmente grave, si sottolinea, sarebbe anche la richiesta rivolta ai dipendenti di reperire e consegnare certificati medici relativi a periodi di malattia non caricati correttamente nei sistemi aziendali.

“Non è compito del dipendente inviare il certificato – ribadisce Rattà – ma del medico o della struttura sanitaria, tramite trasmissione telematica all’INPS. Ogni errore amministrativo va sanato dall’azienda, non scaricato sui lavoratori.”

La nota annuncia infine che, in assenza di risposte tempestive e risolutive, la questione sarà portata all’Ispettorato del Lavoro, con l’avvio di una procedura legale a tutela dei diritti dei lavoratori. Contestualmente, il sindacato sta per proclamare lo stato d’agitazione per denunciare pubblicamente la situazione e chiedere un intervento immediato.

“Siamo pronti ad andare fino in fondo – conclude la rappresentante – Difendere i diritti dei lavoratori significa difendere la dignità di tutti.”

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