Elezioni a Lamezia, centrosinistra ancora confuso. Morano si ritira? Piccioni unico candidato. Cinquestelle da soli

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  05 ottobre 2019 16:00

di ANTONIO CANNONE

Nessun incontro ufficiale nel centrosinistra dopo il ritiro di Milena Liotta e Francesco Grandinetti dalla corsa a sindaco. In molti attendono un passo del Pd verso la coalizione che però tarda ad arrivare. Anzi, nelle ultime ore trapela la notizia di una probabile rinuncia di Maria  Teresa Morano, proprio in virtù del fatto che la stessa prenderebbe atto delle  difficoltà, in primis all'interno dello stesso Pd, della mancanza di unanimità  attorno al suo nome.

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Se così fosse, crescerebbero le chance di Rosario Piccioni di "Lamezia bene comune"  che rimane l'unica proposta ancora in piedi.
Mentre, sempre stando ai "si dice", pare che il movimento Cinquestelle "scomparso"  dai radar , punterebbe su un proprio candidato appoggiato da una  sola lista. Il nome che circola è quello di Silvio Zizza, conosciuto in città per i  suoi trascorsi di Direttore sportivo della Vigor Lamezia.
Centrodestra fermo alla candidatura di Ruggero Pegna. Mentre si stanno raccogliendo  le firme per le tre liste civiche che propongono Paolo Mascaro sindaco. Infine,  domani alle 11,00 apre in via Piave il punto d'incontro di un altro candidato con  liste locali, l'ex consigliere comunale, Massimo Cristiano. Sostanzialmente, se il  centronistra è spaccato, il centrodesra non è messo meglio, presentandosi con tre  candidati. Appunto, Pegna, Mascaro e Cristiano.

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Appello di Articolo Uno all'unità de centrosinistra

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Articolo Uno di Lamezia Terme, a pochi giorni dalla presentazione delle candidature a sindaco di Lamezia Terme e delle liste dei candidati per il Consiglio comunale, rivolge un appello alle forze del centrosinistra "perché ci si presenti uniti per risultare vincenti in questa competizione elettorale veramente importante e decisiva per la nostra città".
Al tavolo del centrosinistra, al quale Articolo Uno è rappresentato da Maria Antonietta De Fazio che dichiara: "la nostra posizione è stata chiara: in questo momento storico il candidato a sindaco da proporre non solo deve avere un alto profilo etico e morale, ma deve anche rappresentare un vero rinnovamento nel modo di amministrare, esigenza molto sentita nel nostro elettorato che aveva bocciato il centrosinistra nella passata competizione elettorale. L’appello di Articolo Uno è di unirsi intorno ad un nome che sia rispondente a questa richiesta da parte dell’elettorato e nello stesso tempo possa raccogliere un consenso che vada oltre i singoli gruppi e partiti finora espressi all’interno della coalizione. Con la grande responsabilità di un partito che ha dato vita a livello nazionale ad un nuovo governo anche con alleanze inedite, mettendo al primo posto il bene della nazione, abbiamo lavorato perché la stessa cosa si potesse riprodurre nella nostra città. In questo momento è necessario mettere da parte l’inutile litigiosità, gli interessi personali e dei singoli gruppi, pertanto chiediamo a tutti una prova di maturità per un profondo rinnovamento della nostra città".

Fittante contro la Morano

Intanto, nell'area di centrosinistra si registra oggi una precisazione di  Costantino Fittante, già parlamentare del Pci,  a proposito dell'impegno di Maria Teresa Morano con  l'Associazione antiracket.  Fittante ripercorre le vicende della nascita di Ala in città, sostenendo con dati  alla mano che l'idea della creazione di un movimento antiracket è stata di un  coordinamento civico, al quale sono dopo si unì la Morano.
"Quanto pubblicato circa le iniziative di promozione e di attività della dell’antiracket della signora Maria Teresa Morano, merita delle precisazioni per una corretta informazione ai lettori. Non per una rivendicazione di prima genitura -  evidenzia Fittante - ma per stabilire verità storiche circa la genesi della costituzione dell’Associazione antiracket a Lamezia (Ala). L’idea di dare vita ad  una associazione con quelle finalità specificate nello Statuto, è nata nel corso della tavola rotonda organizzato dal vescovo Rimedio il 22 giugno 2002. Un dibattito ricco di spunti tra i quali, appunto,la sollecitazione di dare vita a  soggetti collettivi di lotta al fenomeno della 'ndrangheta. Dopo quell’incontro, su iniziativa del Centro “Riforme-Democrazia-Diritti” da me presieduto, assieme alla referente locale di Libera, Valentina vitale, si è dato vita al Coordinamento civico permanente con l’adesione di 20 soggetti sociali (Fondazioni, Associazioni di Categoria, Sindacati, ecc..). Il Coordinamento sulla base di un documento programmatico, che prevedeva anche l’iniziativa per la costituzione di una Associazione antiracket, ha dato vita a diverse iniziative pubbliche, pronunciamenti e prese di posizione su problematiche cittadine tra, le quali quella relativa all’insediamento dei Rom. Dal giugno 2002 e fino a maggio 2005, data di costituzione formale dell’Associazione antiracket, si sono tenuti ben 13 incontri con potenziali soci dell’Associazione in molti dei quali ha partecipato l’on. Tano Grasso che ci ha guidato lungo il percorso di costituzione del sodalizio. A novembre 2003, il Coordinamento civico, ha organizzato un incontro con la partecipazione di Lino Busà, presidente della Federazione Antiracket italiana (Fai) a da me contattato tramite l’on. Enzo Ciconte. E’ stato Busà a segnalarci che viveva da anni a Lamezia la signora Morano e che faceva parte della Fai, quindi che sarebbe stato opportuno invitarla. Sono anni difficili. C’era stato il secondo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, era in atto una guerra tra cosche con morti, imperversava il “pizzo”, la Commissione parlamentare antimafia veniva a Lamezia e l’on .Vendola esprimeva pubblicamente giudizi pesanti sulla situazione dell’ordine pubblico e sulle responsabilità delle classi dirigenti lametine. Dal 2002 al novembre 2003, malgrado il suo ruolo nella Fai e nel Comitato di solidarietà per le vittime del racket presso il ministero dell’Interno, la signora Morano non ha dato segni di vita sulle problematiche cittadine e per esprimere solidarietà concreta alle tante vittime taglieggiate dalla cosche locali. Altro che promotrice di Ala e organizzatrice di iniziative anti 'ndrangheta! E’ stato il Coordinamento civico a coinvolgerla nel percorso di formazione di Ala. Ci siamo fatti carico di convocare diverse riunioni con Associazioni e imprenditori locali, per fare maturare la convinzione della costituzione di una Associazione. Solo dopo i tanti incontri propedeuci con operatori economici, promossi dal Coordinamento Civico, si è potuto pervenire alla decisione di dare vita all’Associazione antiracket con l’adesione di 13 persone tra le quali il sottoscritto, la Vitale, don Giacomo Panizza e la signora Maria Teresa Morano, con presidente Antonino Tripodi. Anche la ricca attività che nei primi anni di vita di Ala, si sviluppata, non è stata opera della promozione individuale, ma decisione collegialmente dal Comitato direttivo la cui realizzazione è stata affidata a diversi membri a seconda della disponibilità e delle  competenze.Un'intensa attività che ha fatto crescere Ala sia come numero di Soci (da 13 a 34), sia nella considerazione dell’opinione pubblica che presso le istituzioni"  Fittante chiosa, affermando di non strumentalizzare l'appartenza ad Ala per fini elettorali. "Liberi tutti di candidarsi dovunque e per qualsiasi attività pubblica, senza esibire però ruoli non esercitati per apparire quello che non si è stati. Mi sia consentito, per esser stato parte di una bella storia collettiva, di ribadire la mia posizione di sempre: Ala va rivitalizzata e rilanciata perché svolga pienamente i compiti di cui all’art. 2 dello Statuto, che non sono solo la costituzione di “parte civile” nei processi di mafia, una sorta di rituale, rinnovando la dirigenza e distinguendola nettamente da quella di Trame".

Piccioni a Fittante: non è il momento per le polemiche

"In riferimento alle parole di Costantino Fittante, ritengo che in un momento così delicato per tutta la città, e in particolare per il centrosinistra, debbano essere messi da parte personalismi e questioni particolari che non giovano a nessuno". Così, Rosario Piccioni di Lamezia bene comune che replica a Fittante.
"Dobbiamo avere ben presente che gli avversari politici da combattere non sono al nostro interno, ma in quel centrodestra che ha portato il Comune al terzo scioglimento per mafia. Proprio per questo rivolgo un appello a tutti a far prevalere il buon senso e a non scendere in polemiche che ai cittadini poco interessano. Piuttosto il popolo del centrosinistra, a una settimana dalla presentazione delle liste, vorrebbe sapere chi sono o, molto più auspicabilmente, chi è il candidato a sindaco del centrosinistra. Fermo restando il diritto di ognuno ad esprimere la propria opinione, altre questioni si potranno discutere e approfondire in altre sedi; certamente non in un dibattito pubblico che in questo momento disorienta e danneggia tutti".

Le dieci domande di Pasquale Materazzo


"A questo punto si può affermare senza ombra di dubbio che la politica non ha dato fino a questo momento risposte credibili ai bisogni della città". E' quanto afferma l'ex sindaco, Pasquale Materazzo che pone delle domande ai candidati.
"Un candidato a sindaco - dichiara - dovrebbe spiegare come risolve il problema del debito di oltre 40 milioni che deve iscrivere nel prossimo bilancio e come risolve il problema del personale ormai ridotto al lumicino, tanto da non riuscire a fornire i servizi primari, come il rilascio di una carta d’identità. Inoltre deve dire come risolve i tanti problemi creati dalla Commissione straordinaria come le agibilità, il blocco delle strutture sportive, il blocco del commercio, il blocco dell’edilizia,il blocco del teatro e così via. Non c’è dubbio che se si elegge un Sindaco incompetente il disseto è dietro l’angolo, basterà aspettare fino a marzo, aprile e la dichiarazione di dissesto comporterà il blocco per le attività economiche, almeno per dieci anni. In tal caso la responsabilità sarà tutta della classe dirigente lametina, che avrà difficoltà perfino ad uscire da casa, figuriamoci affrontare la prossima competizione elettorale regionale o le prossime politiche, che non sono lontane. Chi beneficia di questo disastro? Ci sarà pure qualcuno che gode e si rallegra della insipienza della classe dirigente, che da sola si mette da parte nelle logiche di assegnazione delle risorse pubbliche regionali e dei servizi. Spero che i candidati a sindaco - conclude Materazzo - diano risposte esaustive a queste domande al fine di chiedere un voto di qualità e non di clientela, ed ai tanti gufi auguro di occupare il girone della nona bolgia: seminatori di discordia".

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