di ANTONIO CANNONE
"Il candidato proposto dal Pd non ha storia politica. E' sconosciuta ai lametini e noi oggi sentiamo l'esigenza di denunciare il fatto che il tavolo del centrosinistra si è rotto per colpa di un partito che non ha compreso l'importanza del momento storico , senza sentire minimamente l'esigenza di informarci su questa proposta. Davanti a noi ci sono purtroppo prospettive che non sono condivise".
E' lapidaria e senza peli sulla lingua, Milena Liotta in apertura della conferenza stampa indetta insieme a Francesco Grandinetti per dire che come Polo civico si "tirano fuori dalla corsa elettore". Almeno fino a quando il Pd non convoca di nuovo il tavolo della coalizione e ritiri la candidatura di Maria Teresa Morano che, hanno stigmatizzato Liotta e Grandinetti "non trova in alcun modo consensi in città".
E' la Liotta, in apertura a tracciare una sintesi di come si sono svolte le trattative fin dalle settimane passate. "Da mesi prima avevo palesato una posizione critica verso il nuovo corso del Pd, non abbiamo avuto nessuna risposta da agosto sulle primarie. Abbiamo trovato rigidità nell’atteggiamento e nel confronto, non dovevamo analizzare i problemi delle infiltrazioni che hanno riguardato altri, mentre noi cercavamo una voglia di impegnarsi unita e coesa. Il centrosinistra si è invece frantumato su estremismi in merito alle candidature, non un discorso politico da noi condiviso. L’antimafia e la legalità sono una prerogativa, ma alla città serve una visione politica di cui non si sta discutendo".
In sostanza, quello che sottolinea la Liotta è che non ci si può soffermare solo e sempre sulla questione antimafia. E anche Grandinetti in aggiunta parla chiaramente di "professionisti dell'antimafia che vengono spesso usati ma che non svolgono davvero il ruolo che dicono di svolgere. Non è il caso specifico - precisa - ma quanti esempi ci sono di professionisti della legalità che invece sotto sotto fanno affari con la mafia?".
Quindi, si entra nel merito delle scelte del centrosinistra e i due evidenziano che i nomi proposti (la stessa Liotta e lo stesso Grandinetti), insieme a Italo Reale e Rosario Piccioni non andavano bene al Pd.
Con una precisazione su Piccioni. "Anche la figura di Rosario Piccioni -evidenzia la Liotta - mostrava una chiusura al mondo moderato, una limitazione al solo mondo del centrosinistra che non incontrava la nostra visione di un tavolo di confronto, ma
l’avremmo condiviso se si fosse andati avanti nell’unità di intenti. Con dignità non abbiamo accettato ruoli secondari, abbiamo avuto l’intenzione di andare avanti per la nostra strada con il nostro progetto. Avevamo 24 candidati che non avevano
preferenza tra me o Francesco, ma sapevano di avere un’idea comune al di là di chi sarebbe divenuto poi candidato a sindaco».
Francesco Grandinetti, nel suo intervento, ricorda i suo impegno passato a sostegno del centrosinistra e della Giunta Speranza. "Nel 2013 avevamo dato un contributo attivo per non far andare il Comune in dissesto ed evitare possibili veti su
candidature. Avevamo dimostrato di essere in un perimetro diverso rispetto a quello dell’attuale destra sovranista, ma la chiusura del Pd ha fatto sì che ci siano le premesse per dare un nuovo vantaggio elettorale al centrodestra. Personalmente nel 2005 e 2010 ho raccolto da sindaco 5000 voti e poi 9000 voti, quindi la candidatura non era calata dall’alto ma era un proseguimento di un impegno. L’antimafia che si cerca non deve essere il pennacchio, ma la conoscenza del territorio che sia anche capire i problemi dell’accesso al credito o il passaggio di denaro".
Tuttavia, Grandinetti tiene a chiarire che la vicenda non è personale. "Avrei appoggiato una candidatura di Milena Liotta a sindaco, ma siamo disposti a fare un passo indietro per unire il centrosinistra e far ravvedere il Partito democratico, anche perché da solo non arriva neanche al ballottaggio, con una possibile sfida tutta interna al centrodestra"
Su continue sollecitazioni dei giornalisti, i due protagonisti della conferenza stampa ribadiscono che la loro "esperienza al tavolo del centrosinistra è finita prima del nome della Morano, eravamo rimasti ad un punto in cui c’erano solo il nome di Grandinetti e quello di Piccioni in ballo, con il Pd che non aveva deciso cosa decidere. L’ultimo nome su cui noi avevamo discusso era Sirianni, ufficialmente a noi non è mai arrivato quello della Morano".
Dunque, centrosinistra davvero in mezzo al guado. Ora si attende la reazione del Pd mentre è quasi certo che anche da "Lamezia bene comune" arriverà il no alla proposta Morano. Cosa accadrà nelle prossime ore? Il Pd, spaccato anche al suo interno, farà dietrofront o andrà da solo con quella che ai più, nell'area, appare come una candidatura strumentale senza godere di un vasto consenso nel territorio?
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